Ex Mulino di corso Savona, il “pugno nell’occhio” di Asti

Riceviamo e pubblichiamo la riflessione di Piero Fassi

È normale che ogni città promuova i suoi luoghi migliori per invitare il turista a visitarla. La nostra Asti è ricca di luoghi importanti e bellissimi, trovo giusto diffonderne il patrimonio storico-culturale. Visitando altre cittadine, ne ho notato gli ingressi ben curati che ti portano al centro.

Entrando nella nostra Asti da Alessandria, da Casale, da Ivrea e da Torino, si nota una certa vitalità. Stabilimenti, centri commerciali, anche piccoli storici negozi, campagne che come dire aprono le porte nell’introdurvi con una certa serenità in una città viva e laboriosa.

Entrando invece da Alba-Cuneo, oltre a una manciata di grandi orti ben curati con passione, alcune attività e alcune case anche centenarie, ecco il ponte sul Tanaro che lascia una bella vista sulle sue rive, che ricordano i pescatori che sui “navet” fornivano pesci alle trattoria del borgo, le lavandaie e le estrazioni di ghiaia.

Venti secondi nel transitarlo, per poi rimanere basiti alla vista dell’ex Mulino vicino al Ponte Tanaro, un vero “pugno nell’occhio”. Una costruzione di 6 piani che per il borgo era un orgoglio.  Sarà abbandonato da oltre 10 anni. Semidistrutto come si vedevano le poche case rimaste del dopo guerra. Le finestre ricordano quelle mitragliate o sfondate dallo spostamento d’aria causato dalle bombe. In cortile passeggiate continue di topi che fanno paura ai gatti. I solai e tetti regni dei piccioni.

Ma esso è lì, imponente ma impotente a reagire migliorando il suo disastroso decadimento. È  lì  a farsi ammirare lasciando una certa pena ai transitanti, ma anche agli abitanti vicini. Non è un bel biglietto da visita per gli astigiani  e per il turista.

Ho saputo – e spero sia vero – che sia in attesa di essere demolito per insediarvi una nuova attività. Era ora. Ma avvenga presto!

La nuova prevista funzione sarà di sicuro un segno tangibile che Asti è una città, ripeto, viva e laboriosa.  La “porta”  del Corso Savona si presenterà  bella vivace come le altre e come meritano tutte le sue attività del borgo Tanaro. Non sarà più il “cenerentolo” ingresso verso il centro di Asti. Ogni volta che lo guardo, mi viene in mente quanto lavoro ha dato a operai e commercianti per oltre cento anni e  ora che non svolge più l’attività, per (a me) sconosciuti motivi, lo si lascia solo nel suo declino. Proprio come lasciare tristemente senza cure un anziano uomo che ha dato tanto lavoro alla società.  Questo per me è il Mulino di Ponte Tanaro.

Piero Fassi

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