Lorenza Zambon chiude il festival “Corti, Colline, Comunità e…” con il suo “Storie selvatiche”

Giovedì 31 agosto al Parco Giochi al Frutteto di Cellarengo

Tre storie d’amore, tre insolite passioni nate fra certe donne, certi uomini, certi “luoghi potenti”.

Lorenza Zambon, l’attrice giardiniera di Casa degli alfieri, porta in scena giovedì 31 agosto, nel Parco Giochi al Frutteto di Cellarengo, alle 21, il suo spettacolo “Storie selvatiche”, che chiude il cartellone del festival “Corti, colline, comunità e…”, organizzato dall’Unione collinare “Dalla piana alle colline”, con la direzione artistica di Casa degli alfieri, che ha richiamato quest’anno centinaia di appassionati da tutta la provincia e dal torinese.

“Sono una cacciatrice di storie – spiega Zambon – storie vere, frutto di incontri, esperienze, osservazioni, suggestioni. Ne racconto tre, apparentemente diverse, ma accomunate da alcune caratteristiche che il pubblico saprà trovare. Io mi limiterò a raccontarle, guardando le persone negli occhi. Sarò sola sul palco, allestito con tre tavolini, una sedia e una serie di micro-installazioni di Antonio Catalano, un po’ come piccoli giocattoli che io costruisco tra una narrazione e l’altra e lascio agitare al vento”.

Così si conoscerà la storia del giardino nascosto di Nonna Pupa, in cui si narra di un’anziana signora di Cernobbio, sul lago di Como, maestra di giardinaggio “estremo”, che ha trovato una specie di discarica incastrata in una frattura del paesaggio e ne ha fatto un luogo magico, una porta verso un’altra dimensione. Un luogo aperto, in cui “ogni frammento di spazio è frutto di un rapporto intimo”.

L’altra vicenda riguarda, invece, il lago naturale (il lago Bullicante) “nato da solo” dentro la città di Roma, della sua lussureggiante rinaturalizzazione selvaggia e degli umani che lo hanno difeso “immaginato, amato e conosciuto”, come “un essere complesso multispecie, in cui nascono progetti culturali, si crea e si fa il miele”.

Infine, si scoprirà che i riti non si inventano, ma nascono, a volte anche durante la pandemia, quando gli abitanti della casa degli alfieri si ritrovano “chiusi fuori” e alimentano il fuoco delle tradizioni e del loro rapporto.

 

Il Festival “Corti, Colline, Comunità e…” è realizzato con il contributo della Fondazione CRAsti, in collaborazione con Ecomuseo BMA e il sostegno del Lions Club Villanova.

Giunto quest’anno alla terza edizione, si colloca nell’affascinante cornice dell’Unione collinare costituita dai comuni astigiani che si trovano in posizione strategica, al confine con la provincia di Torino: Cellarengo, Ferrere e Valfenera.

L’intento del cartellone è quello di innovare, ampliare e sistematizzare l’offerta culturale, anche attraverso la valorizzazione di luoghi con spettacoli di teatro e musica, di impronta popolare, ma anche aperti a influenze contemporanee.

La direzione è affidata all’esperienza di Casa degli alfieri e in particolare alla sezione di lavoro AR.TE.PO. (ARchivio TEatrale POpolare) diretta da Massimo Barbero, che da oltre vent’anni promuove e realizza spettacoli, azioni sui territori, eventi, ricerche.

Commenta il Presidente dell’Unione Silvio Tealdi: “L’impegno dell’Unione collinare e in particolare dei sindaci di Cellarengo, Ferrere e Valfenera, nella valorizzazione del nostro territorio continua anche sul piano culturale. Questa rassegna nasce per riempire di spettatori attenti e curiosi piazze e luoghi caratteristici dei nostri 3 paesi”.

Commentano Elisabetta Serra, presidente dell’Ecomuseo BMA e Patrizia Camatel, coordinatrice: “Quattro appuntamenti del festival sono realizzati in collaborazione con l’Ecomuseo che opera anche su questo territorio, sviluppando temi sulla valorizzazione e promozione del patrimonio culturale materiale e immateriale, storico-artistico, ambientale e paesaggistico, coinvolgendo le comunità locali e ospitando, con il progetto Terre di Racconti, artisti di rilievo nazionale su tematiche ambientali con approcci artistici multidisciplinari”.

 

Per info: cell. 3392532921 – info@archiviotetralita.it

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