La condizione delle donne in Afghanistan al centro del secondo incontro promosso da Libera Asti con Acli e Israt

Il 15 marzo all’Uni Astiss si parlerà di “Donne contro il sistema patriarcale mafioso”

ASTI – Si è tenuto pochi giorni fa all’Uni Astiss il secondo dei tre incontri del corso di formazione “Donna, Vita, Libertà. Donne contro i sistemi patriarcali”, dedicato agli insegnanti ma aperto alla cittadinanza e organizzato da Libera Asti con Acli e Israt.

 

Tema del secondo incontro: “Donne in Afghanistan tra speranza e disperazione”.

Dicono gli organizzatori: “Risulta difficile immaginare un futuro per l’Afghanistan. Alle limitazioni dei diritti fondamentali imposte dai Talebani durante il primo anno di ritorno al potere nell’agosto del 2021 – dall’istruzione alla salute – si sommano la crescente povertà, l’insicurezza alimentare,  il pericolo costituito dai continui attentati”.

E ancora: “Le  voci delle donne afghane che ci appaiono sprofondate nel silenzio dei Talebani, mute e invisibili nei loro burka, ci sono arrivate attraverso le attiviste del Cisda (Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane) Anna Santarello e Cristiana Cella. Hanno detto che in quel Paese, dimenticato dai media e dai governi occidentali, ciascuna donna combatte per mantenere viva la propria dignità nonostante la condizione infernale in cui sono immerse”.

Non è vero che di Afghanistan non si parla, siamo noi che non vogliamo vedere” così si è rivolta all’uditorio con passione Silvia Redigolo di Fondazione Pangea Onlus,  reduce da un recentissimo viaggio in quel paese attanagliato dalla fame e dal freddo. Ha ricordato che attraverso i social tutti noi abbiamo la possibilità di informarci,  sapere,  aiutare il popolo afghano che sta attraversando una terribile crisi umanitaria a cui Pangea cerca di far fronte, di sostenere la battaglia delle donne la cui resistenza è spesso nascosta nelle pieghe della quotidianità.

“Sul piano geopolitico il problema è che i destini dell’Afghanistan sono intrecciati a quelli di molti governi (occidentali e non solo) che stanno lavorando per i propri interessi e  sostengono i vari gruppi armati presenti nel Paese, col rischio di innescare una guerra civile”, aggiungono da Libera Asti. Proprio  sul governo dei talebani e sul ruolo degli altri paesi dello scacchiere internazionale è intervenuto Mario Renosio, storico, ricercatore, direttore dell’Israt.

Il terzo incontro, che si terrà mercoledì 15  marzo sempre all’Uni Astiss dalle 15 alle 18, avrà come tema Donne contro il sistema patriarcale mafioso” .

 

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