ASTI – Si è tenuta stamattina 13 settembre, alla sede della Fondazione Giovanni Goria (piazza San Martino 11) una conferenza stampa nella quale è stato annunciato il progetto di ricerca “L’identità come garanzia. Dalla Legge Goria alla Bioeconomia circolare”, sul quale l’Ente sta attualmente lavorando.
“L’identità come garanzia” è un progetto che prende spunto dalla cosiddetta “Legge Goria sulle denominazioni di origine dei vini”. Si tratta della legge n. 164 del 1992, di fatto la riforma della famosa Legge Desana, la 930 del 1963, che introdusse in Italia, per la prima volta, il concetto di D.O.C. normandolo.
A oltre 30 anni di distanza, il lavoro che la Fondazione Giovanni Goria ha avviato prevede un’analisi dell’impatto che quel provvedimento, frutto di un dibattito durato oltre dieci anni, ebbe sul settore e in che modo influenzò gli interventi successivi in materia, sia a livello italiano che europeo.
Questa prima fase del lavoro è stata affidata alla Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura, di cui è Presidente la Prof.ssa Paola Borrione. Partner del progetto fin dalla sua prima redazione sono il CREA – Istituto di Ricerca del Ministero dell’Agricoltura e NobilBio Ricerche.
I risultati saranno diffusi con una apposita pubblicazione ed un convegno nel 2025.
Nell’ambito dello stesso progetto verrà creata e sviluppata una apposita sezione della Biblioteca della Fondazione Giovanni Goria, nella quale è già stato parzialmente catalogato un fondo di circa mille volumi provenienti dalla Camera di Commercio di Asti, ente presso il quale Giovanni Goria lavorò diversi anni prima di intraprendere la carriera politica.
Obiettivo del progetto, come degli altri su cui lavora la Fondazione, è quello di approfondire gli studi sul tema, arricchire la propria dotazione di fonti incrementando e specializzando la propria Biblioteca e il proprio Archivio, ampliare la rete delle collaborazioni e acquisire nuovo potenziale di ideazione, contribuendo a far riconquistare alla Città di Asti spazio regionale e nazionale.
Durante la Conferenza Stampa è stato inoltre ricordato che proprio Giovanni Goria fu, da capo ufficio studi della Camera di Commercio di Asti, tra coloro che idearono la Douja d’Or, la cui prima edizione si svolse nel 1967 con uno stand progettato da Eugenio Guglielminetti e montato sul piazzale della Grotta, in prossimità di quello che sarebbe diventato il Casello Asti Ovest della A21, allora detta “Autostrada dei vini”.
All’incontro sono intervenuti Marco Goria, Presidente della Fondazione, Carlo Cerrato, Direttore, e Paola Borrione, Presidente e Head of Research di Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura. Hanno inoltre preso la parola Loretta Panero, Ricercatrice del CREA, e Andrea Desana, Presidente del Comitato Casale Monferrato capitale della DOC e figlio di Paolo Desana, promotore della Legge Desana.
A seguire una sintesi dell’intervento di Paola Borrione:
«La legislazione inerente alla denominazione d’origine, in primis la Legge 10 Febbraio 1992, n. 164, “Nuova disciplina delle denominazioni d’origine dei vini”, avendo fornito gli incentivi ai produttori per operare il “salto di qualità” nella produzione e protezione del proprio operato, ha dato l’innesco a una serie di cambiamenti sul piano economico, sociale e culturale che ben si riflettono nel percorso di crescita dei territori vitivinicoli italiani. Questo è ben visibile nei territori di Langhe Roero e Monferrato, sia se si osserva lo sviluppo economico del settore, sia se si guarda al percorso culturale, che ha portato al riconoscimento di Patrimonio mondiale UNESCO, sia, ancora se si guarda allo sviluppo turistico che ne è derivato».
Il progetto “L’identità come garanzia. Dalla Legge Goria alla Bioeconomia circolare” è realizzato con il contributo di Fondazione CRT.
Per info: segreteria@fondazionegoria.it