Logistica e Infrastrutture in Piemonte: Regione e Confindustria uniti per il futuro del settore

Linee di lavoro condivise per un maggiore sviluppo del territorio

Nella giornata di oggi è stato condiviso con la Regione Piemonte il documento dedicato a logistica e infrastrutture della Commissione Logistica di Confindustria Piemonte, realizzato con il contributo di Unioncamere Piemonte.

L’obiettivo è contribuire al completamento entro la fine dell’anno del Piano Regionale Mobilità e Trasporti (Prmt) lanciato nel 2018. Due i piani di settore, previsti dal Prmt, su cui la commissione si è concentrata nelle riunioni del suo primo anno di operatività: il Piano Regionale della Logistica (PrLog) e il Piano Regionale per la Mobilità delle Persone (PrMop). Dall’analisi e dall’ascolto dei contributi ricevuti, la commissione ha tratto dieci proposte per rendere più competitivo e attrattivo il sistema regionale.

Una logistica efficiente e infrastrutture moderne di visione nazionale rafforzano le imprese del territorio e incentivano nuovi investimenti in Piemonte. Grazie alla connessione con la Liguria, la nostra regione è uno degli sbocchi strategici per le merci in arrivo dall’Asia e dall’Africa, oltre a essere al centro del continente europeo. Ora abbiamo la possibilità di fare della logistica una leva di sviluppo” commenta il presidente di Confindustria Piemonte, Marco Gay.

A ribadire la vicinanza della Regione ci hanno pensato il presidente Alberto Cirio e l’assessore ai Trasporti e Infrastrutture Marco Gabusi. Il Piemonte, anche per quanto riguarda il Pnrr, vuole continuare il dialogo con le aziende per rendere il territorio sempre più moderno e pronto alle sfide di domani.

In Piemonte ci sono 14mila aziende di logistica che contano 83.146 addetti, pari al 6,1% del totale degli occupati piemontesi. Confindustria Piemonte ne rappresenta più di 200 che sommano 18mila addetti. Il comparto ha chiesto la valorizzazione dei nodi logistici consolidati di Novara come crocevia del traffico Nord Sud, Rivalta Scrivia come retroporto delle merci in arrivo da Genova, Savona e Vado, Orbassano come hub logistico torinese.

Il Pnrr verrà in supporto: finanzierà l’asse del Terzo valico Appenninico verso Milano e il collegamento ferroviario con Tortona e Alessandria. Ancora fermi alcuni punti della rete ferroviaria, come il potenziamento della Torino-Savona, la Fossano Cuneo e la variante di Demonte. Sono invece 11 le opere che il documento, analizzando i dati dell’osservatorio Oti, ritiene saranno ultimate entro il 2023, altre sette saranno pronte nel 2026, tre entro il 2030 e infine la Torino-Lione che potrebbe entrare in esercizio nel 2032.

Gli obiettivi che si pone il Prmt sono molto vasti, e infatti fissano il 2050 come termine per realizzarli. Senza logistica e infrastrutture adeguate il nostro export non potrà continuare a crescere con i ritmi attuali, che entro metà 2022 ci consentiranno di recuperare quanto perso durante la pandemia” commenta Iames Pingani, presidente della Commissione Logistica di Confindustria Piemonte.

L’obiettivo è attuare una delle grandi priorità anche del Pnrr, ovvero creare un’alternativa al trasporto su gomma, che il 77,3% delle imprese piemontesi ancora utilizza prevalentemente, nonostante sia la soluzione meno conveniente. Per migliorare la situazione, tra le richieste fatte dalla regione per il Pnrr, 349 rientrano nella Missione 3 denominata “Infrastrutture per una mobilità sostenibile”. Il valore complessivo di questi interventi ammonterebbe, se finanziati, a 7,464 miliardi di cui 6,561 miliardi per l’alta velocità ferroviaria e strade sicure, mentre 0,9 miliardi servirebbero all’intermodalità e la logistica integrata. Altrettanto cruciale, sarà lo sviluppo delle infrastrutture immateriali, come sostegno alla transizione delle imprese verso l’industria 4.0 e la sostenibilità ambientale. Per rispettare i tempi, il documento propone quattro elementi: procedure parallele e non sequenziali nella realizzazione di un’opera; project management moderni; tempi rigorosi agli enti pubblici; selezione del vincitore della gara d’appalto rinunciando alla predisposizione delle graduatorie per evitare al minimo i ricorsi al TAR, causa di ritardi nella realizzazione delle opere.

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