Vinitaly 2023, Piemonte Land of Wine gestirà l’area della Regione Piemonte

Mobrici: «A Verona con noi aziende dai territori più vocati»

Filippo Mobrici

«Il Vinitaly dell’anno scorso, dopo due edizioni di restrizioni a causa della pandemia, aveva dimostrato quanta voglia di ripresa ci fosse tra gli operatori. Le aziende che participarono nel 2022, e che come Piemonte Land rappresentammo, furono molto soddisfatte di quella edizione per l’alta presenza di importatori e di altre figure professionali del settore. Per questo, come Piemonte Land anche quest’anno sentiamo forte la responsabilità di partecipare a Vinitaly e di essere, in questa occasione così importante, la casa comune e il punto di riferimento per le aziende vinicole piemontesi raccolte attorno a un’unicità d’intenti e rappresentanti tutte le aree vitivinicole piemontesi, come le Langhe, il Roero, il Monferrato, il Tortonese e gli altri grandi territori a vocazione vinicola del Piemonte». Così Filippo Mobrici (Consorzio Barbera), vicepresidente, con Paolo Ricagno (Consorzio Brachetto), di Piemonte Land of Wine, il super Consorzio che armonizza le attività promozionali dei Consorzi vinicoli piemontesi, presenta e definisce la partecipazione dell’ente all’edizione 2023 della Fiera vinicola di Verona in calendario dal 2 al 5 aprile.

Come di consueto Piemonte Land gestirà l’area della Regione Piemonte nel Padiglione 10, area G2, dove si svolgeranno forum e incontri, incontri con la stampa e presentazioni.     

Del resto alla Fiera della città scaligera sono rappresentate molte realtà vitivinicole provenienti dai più vocati territori piemontesi. A questo proposito i dati di Piemonte Land parlano chiaro: A Verona 2023 sotto l’ombrello di Piemonte Land of Wine ci saranno 40 aziende associate al Consorzio del Barolo oltre a 4 langarole non associate, 8 associate al Consorzio del Roero più una roerina non associata, una trentina associate al Consorzio della Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, 13 al Gavi, 21 arrivano dal Consorzio Alto Piemonte, 5 dai Colli Tortonesi, tre aziende dal Brachetto, 18 quelle associate al Consorzio dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti, 7 dal Consorzio di Caluso, 4 dal Monferrato Casalese con l’Ovada docg che avrà un suo desk nell’area commerciale. Numeri che, inequivocabilmente, dimostrano come tra i produttori ci sia ancora molto interesse verso la manifestazione veronese.

Spiega Mobrici: «Il Vintaly è un evento diverso da altri appuntamenti più legati al pubblico professionistico. A Verona, infatti, si creano splendide occasioni d’incontro, per confrontarsi, per lanciare iniziative e progetti, per conoscersi. È questo l’aspetto “pop” del Vinitaly, che non solo lo distingue da altri eventi del vino, ma sottolinea anche la vicinanza della manifestazione alla cultura italiana del vino fatta di convivialità, condivisione e di quel tocco di creatività legata a storia, innovazione e grande conoscenza tecnica, che fanno del nostro comparto vitivinicolo, e segnatamente di quello piemontese, un unicum nel mondo, un caso particolare che si può incontrare, nella sua completezza, solo ed esclusivamente al Vinitaly di Verona. Per questo dire “ci vediamo al Vinitaly” non è solo un appuntamento di lavoro, ma anche un modo per incontrarsi e rinnovare amicizie e collaborazioni, intese e progetti comuni».

Il Consorzio Piemonte Land of Wine

Piemonte Land of Wine nasce il 29 luglio 2011 per offrire ai consorzi di tutela del vino piemontesi un punto d’incontro per confrontarsi, individuare operatività e strategie comuni utili alla promozione del vino piemontese in Italia e nel mondo.

Piemonte Land, che rappresenta oggi tutti i 14 Consorzi del vino ufficialmente riconosciuti dal Ministero dell’Agricoltura, promuove gli oltre 44.000 ettari di vigneto piemontesi, che dalle province di Alessandria, Asti e Cuneo si estendono fino ai piedi delle Alpi. Un grande patrimonio enologico, per l’80% costituito dalle 18 Docg e 41 Doc regionali.

Prima esperienza italiana di condivisione delle politiche promozionali tra Consorzi, Piemonte Land continua incessante la sua opera a favore non solo dei vini, ma anche dell’eccellenza agroalimentare e delle bellezze di una delle regioni vitivinicole più importanti al mondo, i cui territori sono divenuti patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO nel 2014.

 

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