Taser, primo intervento ad Asti

Un uomo minacciava con un coltello la madre e la sorella ma i Carabinieri lo hanno fermato grazie all’efficacia deterrente del dispositivo in dotazione

ASTI – La notte scorsa, in un appartamento di via Quintino Sella, un uomo, in forte stato di alterazione, ha minacciato la sorella e la madre con un coltello, costringendo le due donne a rifugiarsi in camera da letto, da dove le stesse, sbarrata la porta, hanno richiesto l’intervento dei Carabinieri.

Giunti sul posto, i carabinieri sono riusciti in un primo momento a calmare l’uomo che però, all’arrivo del 118 pronto a trasportarlo in ospedale per le cure necessarie, ha riassunto un atteggiamento violento, impugnando un altro coltello da cucina e minacciando il personale sanitario.

Dopo aver tentato ripetutamente di tranquillizzarlo verbalmente, i carabinieri hanno per attivato il taser in modalità “warning arc”, vale a dire mostrandogli che il dispositivo era pronto all’uso, facendo sentire il rumore e rendendo visibile la scarica elettrica senza però lanciare i dardi.

Tanto è bastato all’uomo che ha gettato subito il coltello, cercando di fuggire. I militari lo hanno però bloccato, permettendo ai sanitari di sedarlo e trasportarlo in ospedale. È stato denunciato in stato di libertà per resistenza e minaccia aggravata.

Le procedure di impiego del taser

E’ la prima volta che il dispositivo taser, in dotazione alle pattuglie del Norm da circa un mese, viene utilizzato in un intervento in territorio astigiano. La vicenda della notte scorsa è esemplificativa delle procedure di impiego del taser e della sua efficacia in situazione di pericolo. Il dispositivo, classificato come arma non letale e assegnato in dotazione agli equipaggi radiomobile dopo uno specifico addestramento, viene utilizzato secondo un ben preciso protocollo suddiviso in fasi successive fino al lancio finale dei dardi che trasmettono la scarica elettrica.

I Carabinieri, a fronte di un soggetto che tiene un atteggiamento tale da mettere in pericolo l’incolumità delle persone presenti o dei militari operanti, per prima cosa invitano verbalmente l’aggressore a desistere da tale comportamento, ma se il pericolo permane, attivano il taser in modalità “warning arc” in funzione dissuasiva, ovvero producono una scarica elettrica nell’arco voltaico tra le punte delle cartucce ben visibile e udibile dal soggetto. Se l’individuo persiste ancora nell’atteggiamento aggressivo si passa alla fase successiva, detta “probe mode”, che comporta il lancio di due dardi e la successiva scarica elettrica con la conseguente inabilitazione motoria.

Il taser in dotazione alle Forze dell’Ordine è provvisto di due coppie di dardi con una gittata massime di sette metri, utilizzabili in lanci successivi o in modo congiunto, inoltre, una volta attinto il soggetto, è possibile inviare più impulsi elettrici qualora il primo non sia sufficiente. L’intervento si conclude con il blocco, a terra, del soggetto inabilitato da parte degli operanti a cui, ovviamente, non si trasmette la scarica elettrica al contatto fisico con l’aggressore.

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