“Studio di fattibilità” per la realizzazione di piste ciclabili ad Asti, la critica della Rete Asti Cambia: «E tutte le nostre proposte?»
Secondo la Rete, la delibera di Giunta ha dato l'approvazione tecnica a uno studio improntato sulla realizzazione di opere costose secondo modelli progettuali in voga negli anni ’90
ASTI – Si è appena conclusa la videoconferenza stampa attraverso la quale la Rete Asti Cambia ha presentato l’analisi effettuata dalla stessa riguardo alla Deliberazione di Giunta Comunale nr 91 del 23 di marzo, che ha dato l’approvazione tecnica allo “Studio di fattibilità” per la realizzazione di ciclovie urbane redatto da Samep Mondo Engineering di Torino.
Sfogliando l’albo pretorio del Comune di Asti – dice Asti Cambia – ci siamo imbattuti nella Delibera di Giunta n° 91, datata 23 marzo, “Intervento per la realizzazione di ciclovie urbane approvazione tecnica studio di fattibilità”, di cui non siamo stati preventivamente informati, così come alcuna notizia risulta essere stata diffusa ai componenti del Tavolo Partecipato per la Mobilità Sostenibile.
Asti Cambia è attiva sul territorio astigiano da due anni con l’intento di impegnarsi insieme e per la cittadinanza al fine di sviluppare una maggiore sensibilità sul tema della mobilità sostenibile. A tale scopo, a partire dall’estate 2020 ha deciso di intraprendere un dialogo sereno e propositivo con l’amministrazione comunale, mettendo a disposizione non solo il proprio entusiasmo, ma esperienza e solide competenze tecniche. Su forte spinta della Rete il Comune ha accettato di avviare un Tavolo partecipato della mobilità sostenibile, che coinvolgesse ad ampio spettro la cittadinanza, le associazioni, le rappresentanze delle categorie, in modo da pensare insieme ad un nuovo modello di città, più sostenibile e vicino ai più fragili, i bambini, gli anziani, le persone con disabilità.
La prima fase della pandemia aveva chiaramente evidenziato l’urgenza di ridurre l’inquinamento dell’aria della nostra città, dove gli sforamenti dei limiti di legge di polveri sottili nell’aria sono elevatissimi; ciò si è dimostrato essere una causa di aggravamento della diffusione del virus e, secondo ormai diversi studi, è causa di gravi problemi di salute pubblica.
Anche a tale questo scopo, a ottobre 2020 l’amministrazione ha appreso di poter accedere ad un contributo governativo di 270 mila euro dedicato allo sviluppo di corsie ciclabili in città. A tale contributo se ne sarebbe in seguito aggiunto uno ulteriore da parte della Regione, di importo ancora più consistente. Ecco perché i primi incontri del Tavolo sono stati fin da subito dedicati a pensare a come utilizzare al meglio questi fondi per dare finalmente agli astigiani la possibilità di muoversi in bicicletta per la città in sicurezza.
Asti Cambia ha presentato un dossier dettagliato, curato da FIAB Asti, tra i membri fondatori della rete, con possibili nuovi percorsi per la creazione di una vera rete di corsie ciclabili, che collegassero la ZTL con le scuole, l’ospedale, i punti nevralgici per la vita della città, per un totale di 15 km di nuove corsie ciclabili.
Tutto descritto nel dettaglio, con calcolo dei costi necessari per la realizzazione, che risultavano contenuti e assolutamente al di sotto dei fondi dichiarati nella disponibilità del Comune di Asti. Veniva anche proposta una ciclostazione presso la Stazione Ferroviaria, anche qui dettagliando le possibili alternative ed i relativi costi, in un’ottica di interventi efficaci, snelli e a costo contenuto.
Il tutto sempre affiancato all’altro pilastro su cui si poggia la Rete: quello della “pedagogia”, cioè del tentativo di sensibilizzare la cittadinanza verso un progressivo cambio culturale nel modo di vivere la città: meno auto, più mezzi pubblici, mobilità sostenibile, una comunità viva e solidale che vive le strade e i giardini della città.
Di tutti questi mesi di confronto e di proposte non si ritrova praticamente nulla nel documento approvato dalla Giunta.
Lo studio pare improntato sulla realizzazione di opere costose secondo modelli progettuali in voga negli anni ’90, anziché puntare ad estendere il più possibile la ciclabilità cittadina con “interventi leggeri” appositamente previsti dai recenti DL (es. 76/2020), al cui scopo sono atterrati i finanziamenti ministeriali.
All’interno del documento ci sono inoltre evidenti errori anche nei nomi delle vie e piazze cittadine, nelle misurazioni dei percorsi oggetto dei lavori e nel calcolo dei costi delle varie fasi di sviluppo degli stessi, e nulla è previsto riguardo ai collegamenti ciclabili per le scuole fondamentali per sviluppare la mobilità su due ruote in città.
Quali sono i motivi per cui la Giunta approva un piano capace di spendere centinaia di migliaia di euro di denaro pubblico senza incidere realmente sulla mobilità in bicicletta, rimanendo scientificamente sempre indietro rispetto alle soluzioni attuate dai paesi del Nord Europa che spesso, solo a parole, prendiamo a modello? Tra finanziamenti Statali e Regionali spenderemo immediatamente 529.000 euro di cui 198.000 euro tra ciclostazione e parcheggi bici e 331 mila euro per un incremento risibile di 3,3 km di nuove ciclabili: 100.000 euro al km! Spendendo la stessa cifra (che chissà quando ricapiterà di poter investire sulla ciclabilità astigiana) avremmo potuto espandere maggiormente la rete ciclabile cittadina utilizzando gli strumenti messi a disposizione delle amministrazioni locali dai recenti DL e modifiche al C.d.S.. Se confermato nel suo attuale impianto, lo studio mette nero su bianco l’ennesima occasione persa per la città e l’ennesima dimostrazione che si è “green” solo a parole perché, di fatto, non si effettuano interventi concreti e fruibili volti a massimizzare la transizione dei cittadini dall’utilizzo dell’automobile alla bicicletta. Sarebbe un altro pesante esempio di sperpero di denaro pubblico con benefici risibili per la cittadinanza, aggravato altresì dalla situazione economica drammatica in cui versa ormai una sempre più ampia fetta della città. La Rete Asti Cambia non resterà a guardare e seguirà passo passo l’iter di questo procedimento che reputa di fondamentale importanza per il futuro e la salute della nostra città, continuando a monitorare il lavoro delle istituzioni evidenziandone i punti incompatibili con una vera transizione ecosostenibile.