Sicurezza sul lavoro: Cgil, Cisl e Uil inviano le loro proposte al tavolo dello sviluppo

A. Gazzera

ASTI – Il tema della sicurezza sul lavoro è  più che mai attuale a livello nazionale e locale. Proprio per questo motivo le sezioni di Asti della Cgil, Cisl e Uil hanno presentato una serie di proposte da inviare al tavolo dello sviluppo locale per provare a proporre e trovare soluzioni condivise.

Il documento, illustrato durante la conferenza stampa dal titolo “La sicurezza sul lavoro è un bene comune” avvenuta questa mattina, ha come obiettivo quello di aiutare a porre un freno ai troppi incidenti che avvengono nei luoghi di lavoro.

Asti e il Piemonte hanno la necessità di un documento sulla sicurezza, come ben spiegato dagli interventi di Luca Quagliotti, segretario generale Cgil Asti, Marco Ciani, segretario generale Cisl Asti Alessandria, Stefano Calella Cisl Asti Alessandria, e Armando Dagna, segretario generale UIL Asti Cuneo.

La media nazionale degli infortuni è di 3 morti al giorno con il Piemonte che ha 4 province ai primi 25 posti della classifica pubblicata da Vega Engineering. La provincia di Asti è al 25esimo posto per indice di incidenza per i morti sul lavoro. Tra le quattro province piemontesi, Asti è quella che ha il numero di infortuni e di morti sul lavoro maggiori“.

Sono poi tristemente in aumento anche le malattie professionali:In Piemonte – spiegano i Sindacati -, nel periodo tra gennaio e agosto del 2021 sono 282 in più rispetto al periodo gennaio/agosto del 2020 (+46,6%). Anche ad Asti aumentano le denunce di malattia professionale (+15 tra gennaio/agosto 2021 e analogo periodo 2020 pari al + 35,71%)”.

Anche per questi dati abbiamo deciso di provare a cambiare le cose presentando una proposta di discussione sulla Sicurezza nei posti di lavoro ad Asti  – continuano i Sindacati -. L’obiettivo è quello di migliorare la situazione affrontando una problematica sempre più pressante anche in vista del Recovery Fund”.

Le proposte portate si poggiano su quattro punti ben precisi. Il primo è la revisione dei DVR (Documenti Valutazione Rischio) adattandoli a questioni di genere, alla presenza di lavoratori stranieri, ai lavoratori somministrati e a quelli dei servizi terzializzati. 

Il secondo punto riguarda, invece, i servizi ispettivi. Se, da un lato, c’è la soddisfazione per l’assunzione di nuovi ispettori, dall’altra c’è l’esigenza di una maggiore condivisione delle informazioni tra le banche dati e un maggiore coordinamento tra i servizi.

Terzo punto fondamentale è la formazione per rendere il lavoratore sempre più consapevole. Questo passa anche da una maggiore inclusione, un qualcosa che, secondo i Sindacati, può portare solo vantaggi alle aziende. Le stesse, infatti, si ritroverebbero con dipendenti più preparati a gestire situazioni di rischio, con meno stress e anche con un aumento di produttività.

Su questo tema si apre l’importante discorso sui lavoratori stranieri presenti nelle aziende: “La popolazione straniera rappresenta nella nostra provincia l’11,19% degli abitanti. Prevedere forme di formazione in lingua o con lingue veicolari è importante per far comprendere meglio i rischi e le procedure. Si potrebbe anche prevedere un affiancamento iniziale con lavoratori di pari nazionalità o vicinanza geografica. Tutto per rendere il lavoratore più consapevole e preparato”.

Un ruolo cardine spetta infine all’informazione come elemento per prevenire gli incidenti: “Informare spetta ai datori di lavoro, ma attraverso le risorse che potrebbero mettere gli enti bilaterali, i fondi professionali, la Fondazione Cr Asti, si potrebbe organizzare una grande campagna informativa nei luoghi di lavoro finalizzata alla prevenzione. Partiamo già dalle scuole, qui sarebbe necessario organizzare una grande campagna informativa finalizzata a dare una prima informazione sulla sicurezza e sui rischi nei luoghi di lavoro. Magari facendo parlare chi un infortunio sul lavoro lo ha subito”.

In conclusione, per i Sindacati, tutte queste proposte devono avere come obiettivo avere lavoratori e lavoratrici più consapevoli, ma anche aziende e enti locali più sensibili al tema lavoro. “Bisogna fare sistema tutti insieme nel mondo del lavoro, per ridurre gli incidenti e sperare che in futuro la statistica si avvicini sempre di più allo 0“.

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