Roatto riscopre la storia del rinoceronte preistorico con “Fossili e Territori”

Venerdì 14 luglio presentazione del libro con le testimonianze dei protagonisti della scoperta (1989)

Il campo di Cascina Melona

“Il rinoceronte di Roatto: una storia tutta da scoprire” è il titolo dell‘incontro che si terrà venerdì 14 luglio, in piazza Piemonte, nel piccolo centro della Valtriversa. Appuntamento alle 21 con ingresso libero.

Al centro della serata la storia del ritrovamento dell’animale preistorico (Stephanorhinus jeanvireti) avvenuta nel 1989 in un campo di grano di Cascina Melona, visibile lungo la strada provinciale, a poca distanza dal centro del paese.

Parteciparono, tra gli altri, a estrarre i resti fossili del grande esemplare del Villafranchiano (3,6-1,8 milioni di anni circa) il professor Alberto Mottura, docente di Archeologia preistorica, e un giovane studente, Francesco Scalfari, che più tardi si sarebbe laureato in Antropologia.

I due esperti interverranno venerdì sera insieme a Secondo Capitolo, roattese 95enne dalla memoria di ferro che assistette al recupero eccezionale e i cui ricordi costituiscono uno dei capitoli di “Fossili e Territori. Scoperte straordinarie sulle colline astigiane. Il libro verrà presentato, per l’occasione, venerdì in piazza Piemonte alla presenza dell’autrice Laura Nosenzo.

La serata sarà aperta dal saluto istituzionale del sindaco Bruno Colombo, che ha preso a cuore la storia del rinoceronte preistorico e guida un’Amministrazione Comunale decisa a fare conoscere quel fatto raro, la scoperta di un essere primitivo incluso nel catalogo dei grandi vertebrati terrestri, come i mastodonti, che popolarono il Villafranchiano.

Poi si passerà alla presentazione del libro e alla lettura del racconto di Capitolo. Alla sua testimonianza seguiranno quelle di Mottura e Scalfari.

La vicenda del rinoceronte a Roatto ancora oggi non è troppo conosciuta e l’incontro costituirà un’occasione per approfondire un’importante pagina di storia del paese. L’esemplare di Cascina Melona, intanto, resta custodito al Museo di Scienze Naturali di Torino chiuso dal 2013 a causa di un incendio.

L’appuntamento è organizzato dal Comune e dall’Associazione Culturale La Stele di Nettuno in collaborazione con il Distretto Paleontologico dell’Astigiano e del Monferrato, che nel 2022 ha promosso “Fossili e Territori”, e il Distretto del Mastodonte.          

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