Richiedenti asilo fuori dalla Questura e minori stranieri non accompagnati
I consiglieri comunali di opposizione chiedono quali interventi si siano messi in campo
I consiglieri comunali Mario Malandrone, Vittoria Briccarello e Mauro Bosia, durante il consiglio del 10 ottobre hanno presentato un’interrogazione in aula in merito all’accoglienza e alla situazione di richiedenti asilo che pernottavano davanti alla Questura.
Successivamente alla commissione Servizi sociali e su spinta della stessa commissione, è stato presentato un ordine del giorno ricco di spunti e risorse relativo al grande afflusso di MSNA – minori stranieri non accompagnati.
La Questura di Asti ha proceduto nelle identificazioni sui casi e molte volte ha avviato la procedura per la richiesta di asilo. L’assessore ai Servizi sociali Zollo ha preso l’impegno di favorire lo screening sanitario e di dare accoglienza presso il dormitorio.
Secondo i consiglieri tale flusso sta continuando e si sta riaprendo l’hub di Castello di Annone e che la situazione di precarietà continua per decine di richiedenti di asilo che arrivano ad Asti di fronte alla Questura e vi permangono, in parte ospitati grazie alla Caritas, in parte stanno dormendo nella stazione di servizio di Corso XXV aprile.
In questi giorni la Caritas Diocesana, grazie alla protezione Civile ha messo a disposizione presso le parrocchie della Torretta (N.S. di Lourdes) e Sacro Cuore due tende, che perdurano alcuni pernottamenti di fortuna anche nelle prime ore del mattino presso il distributore e che non avendo a disposizione bagni pubblici “sono stati visti utilizzare cortili, anfratti dei palazzi vicini, tale problematica e le conseguenti lamentele potrebbero essere facilmente risolte attrezzando bagni provvisori chimici”.
Riguardo ai MSNA, i consiglieri affermano che ulteriori arrivi rischiano di non trovare risposta di accoglienza sul territorio. “La particolare vulnerabilità dei minori stranieri non accompagnati richiede una particolare attenzione degli enti preposti per l’accoglienza, evitando la creazione di strutture di medio-grandi dimensioni, senza adeguato personale e con il rischio di compromettere la salute e la sicurezza degli ospiti. È certamente da preferire un modello di accoglienza diffusa, in strutture di piccole dimensioni e con un rapporto ospiti/operatori adeguato”.
I consiglieri domandano dunque all’amministrazione quali interventi, anche visto l’abbassarsi delle temperature, stia mettendo in campo il Comune di concerto con il terzo settore e le strutture di prima accoglienza presenti sul territorio, e se non sia possibile installare alcuni bagni chimici temporaneamente in zona questura.