La soddisfazione della Rete Welcoming Asti per l’approvazione di un OdG sulla pace in Consiglio comunale

ASTI – Lunedì sera il Consiglio comunale di Asti ha votato all’unanimità un Ordine del Giorno proposto da alcuni consiglieri di minoranza, che pone al centro dell’attenzione la pace e il disarmo, con riferimento particolare ma non esclusivo alla guerra in atto nei territori palestinesi e al perdurante conflitto tra la Russia e l’Ucraina.

Il testo proposto dai consiglieri che hanno, per primi, sottoscritto l’ODG è stato votato quasi nella sua totalità con piccole modifiche sui passi più di carattere nazionale ma, nel complesso, il senso profondo delle richieste, la tensione verso la fine dei conflitti è stata accolta, dopo una discussione a porte chiuse.

“Un piccolo ma significativo passo verso una nuova consapevolezza anche da parte del Consiglio comunale della nostra città – dice la Rete Welcoming Asti -. Noi lo abbiamo sostenuto sempre con forza in questi mesi. Ma non c’è pace senza che le nazioni si adoperino per il disarmo, per la riduzione delle spese militari, per le azioni umanitarie a favore delle popolazioni che la guerra sta lentamente, inesorabilmente distruggendo”.

Si legge nel testo dell’ODG: “il Consiglio Comunale di Asti, riprendendo lo spirito, i principi ed i valori della Costituzione italiana, della Carta Europea dei Diritti Umani e la Carta delle Nazioni Unite si impegna a sostenere una politica di pace, di convivenza tra i popoli proponendo: • l’immediato cessate il fuoco in Ucraina e nella Striscia di Gaza; • la liberazione degli ostaggi israeliani e dei prigionieri palestinesi, la fine dell’assedio e dell’isolamento di Gaza, il libero accesso agli aiuti umanitari e l’assistenza alla popolazione palestinese; • il riconoscimento dello Stato di Palestina, la fine dell’occupazione e della violenza in Cisgiordania; • la soluzione politica e non militare della guerra in Ucraina, per porre fine all’illegale occupazione russa e per costruire le condizioni di libertà, democrazia, convivenza e di sicurezza comune per l’Europa intera; • la messa al bando delle armi nucleari; • la riduzione immediata delle spese militari a favore della spesa sociale, sanitaria, per la tutela ambientale del territorio e per una difesa civile e non violenta”.

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