Recupero cibo invenduto: un milione di euro dalla Regione per contrastare lo spreco alimentare

Una misura importante, quella proposta dall’assessore al Welfare Chiara Caucino, per ottimizzare al meglio gli interventi di recupero dei beni invenduti, soprattutto per quanto riguarda la conservazione dei cibi freschi e il rispetto della catena del freddo per i surgelati.

In totale verrà stanziato un milione di euro, lo prevede la proposta di regolamento relativa alla “Disciplina per l’anno 2021 in materia di interventi di recupero e valorizzazione dei beni invenduti”, presentata in Commissione Sanità su cui il parere favorevole è stato unanime.

Una misuraha sottolineato Caucinoche la Giunta ritiene importante, in un momento in cui le conseguenze della pandemia si sono riversate sulle famiglie e sui più deboli e hanno visto crescere le richieste d’aiuto a chi gestisce le mense per i poveri”.

Si tratta di un avviso non competitivo, rivolto alle sole organizzazioni accreditate dall’agenzia nazionale Agea, denominate Organizzazioni partner capofila (Opc) e che in Piemonte raccolgono complessivamente 705 Organizzazioni partner territoriali (Opt), grazie alle quali le risorse alimentari raccolte vengono distribuite capillarmente su tutto il territorio piemontese.

Le Opc piemontesi sono dieci: Banco alimentare Piemonte, Banco alimentare di Alessandria, che rappresentano 573 Opt e l’81,3% dell’intera rete. A esse si aggiungono i Comitati Cri della provincia di Como (che lavora per la San Vincenzo di Torino), di Asti, di Casale Monferrato, della provincia di Torino, della provincia di Verbania, Caritas diocesana di Casale Monferrato, di Fossano e Banco delle Opere di Carità, che rappresentano complessivamente 132 Opt e il 18,7% della rete.

Il milione di euro prevede 900mila euro in conto capitale e 100mila in parte corrente. Della parte in conto capitale, destinata all’acquisto di attrezzature per stoccaggio e distribuzione del cibo, 400 mila euro saranno suddivisi in quota eguale per il numero delle Opc e i restanti 500 mila in proporzione al numero di Opt raggruppate. La parte in quota corrente, destinata a costi per il personale, software e attività di supporto, sarà divisa in parti uguali tra Opc. I progetti sono finanziabili per un massimo del 90% del loro costo, con un cofinanziamento minimo del 10% da parte dei soggetti proponenti.

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