Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di NurSind Asti.
Abbiamo appreso dagli organi di stampa, prima che dalla nostra Azienda Sanitaria, che il punto di primo intervento di Nizza Monferrato amplierà l’orario di apertura oltre le 16, fino alle 20.
Questo grazie all’impiego di un’ambulanza avanzata del 118 con medico ed infermiere a bordo che, in assenza di chiamate per rispondere a emergenze sul territorio, stazioneranno in loco. Al contrario, in caso di chiamata, lasceranno l’infermiere e l’oss assegnati al Ppi che, a loro volta, passeranno a svolgere turni da 12 ore invece di 8.
Oltre ad aver appreso la notizia dagli organi di stampa, non ci è stata data, purtroppo, neanche la possibilità di un confronto sulle procedure organizzative che, ovviamente, impattano sul personale e sul servizio. Tutto ciò contrariamente a quanto dovrebbe, di norma, avvenire anziché fornire solo una informativa successiva.
A riguardo, secondo la Legge Balduzzi e il DM70/2015, la competenza dei Ppi è del 118 qualora i passaggi annui siano inferiori ai 6.000, dei Dea di riferimento in caso di passaggi in numero superiore.
Dai numeri del Ppi di Nizza, fatte le debite proporzioni (a oggi sono quattordici gli accessi in 8 ore e ciò significa più o meno 21 in dodici ore) la competenza rimane in capo al Dea di riferimento.
L’orario 8-16 non è consentito in origine. L’arco temporale deve essere di 12 ore, pertanto la copertura 8-20 è di fatto già obbligatoria, quindi si vuole porre rimedio ad una Legge da tempo disattesa.
Rappresenta una delle prime criticità, per esempio, la distanza dagli ospedali rispetto alla posizione del Ppi, un trasferimento ad Asti o ad Alessandria comporta tempi di percorrenza lunghi.
Basta una missione e il turno è già finito. Inoltre, il numero e la dislocazione dei mezzi di soccorso intorno a Nizza è abbastanza esiguo, parliamo di quindici o venti minuti di percorrenza.
Senza trascurare la sicurezza degli operatori, temiamo per l’incolumità degli stessi in assenza di sevizi che la possano garantire.
Siamo, infine, perplessi per alcune procedure organizzative impartite. L’infermiere dell’Asl che rimane a presidiare il Ppi in assenza del medico passerebbe tutto il suo tempo al telefono con la Centrale Operativa a chiedere mezzi in supporto o istruzioni sul da farsi (ovviamente al medico della centrale che sta a sessanta chilometri di distanza). Paradossalmente, anche a un paziente in codice bianco, se non è al momento presente personale medico e questi non decide di recarsi ad Asti per conto suo, viene proposto il trasporto con un mezzo di soccorso previa allerta della centrale operativa. E’ inutile sottolineare, ancora una volta, come la carenza di personale porti a mettere pezze che a volte non sono meglio del buco.
NurSind Asti