Proposta di Disegno di Legge sull’etichettatura obbligatoria delle carni nell’Ho.Re.Ca.
Presentata nei giorni scorsi ai parlamentari piemontesi a Carrù
Una proposta di Disegno di Legge sull’etichettatura d’origine della carne, anche macinata, impiegata nella ristorazione, è stata presentata venerdì 20 ottobre a Carrù da Coldiretti, Anaborapi e Coalvi ai parlamentari piemontesi, affinché, gli stessi si facciano latori/promotori presso il Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare.
Presenti: Bruno Mecca Cici (vice presidente di Coldiretti Piemonte con delega territoriale alla zootecnia), Andrea Rabino (presidente di Anaborapi e vice presidente Coldiretti Asti) e Guido Groppo (presidente del Coalvi).
“Sono diversi i fattori che stanno incidendo negativamente sulla razza bovina Piemontese: dal basso prezzo riconosciuto agli allevatori al mercato sempre più ristretto, dallo strapotere dei macellatori all’aumento dei costi di produzione fino alla divisione interna tra i produttori stessi” è stato premesso.
“Per cercare di salvare un comparto che conta 310 mila capi, più di 4 mila aziende e oltre 10 mila addetti nel settore, con una elevatissima percentuale di giovani allevatori, per un fatturato di quasi 400 milioni di euro, abbiamo messo a punto questa proposta di Legge che auspichiamo possa presto venire accolta – ha aggiunto Mecca Cici. “Oltre a garantire la tracciabilità delle carni e l’etichettatura d’origine obbligatoria nella ristorazione, tale misura permette una scelta consapevole da parte del consumatore; inoltre, favorisce la valorizzazione di una carne di grande storicità, che vanta eccelse proprietà organolettiche”.
“Nonostante l’elevato grado di auto-approvvigionamento degli alimenti per il bestiame delle aziende che producono carne di razza Piemontese” ha sottolineato Rabino, “i recenti aumenti dei costi di produzione stanno veramente mettendo in crisi il comparto che, a sua volta, non trova riscontro con un conseguente ed adeguato aumento dei prezzi degli animali da ristallo e di quelli da macello. Il libro genealogico tenuto da Anaborapi ha registrato nel 2022, rispetto al 2021, un calo di circa 4.000 fattrici, cioè il 3,8% del totale; sarebbe grave se questo trend dovesse proseguire. La certificazione obbligatoria del prodotto fino alla ristorazione permetterebbe un rilancio della nostra produzione e, in particolare, consentirebbe di promuoverla con più forza e appeal, anche, fuori dai confini regionali, scremando il mercato da quanti operano in maniera approssimativa e poco trasparente”.
“I pasti consumati fuori casa superano il 50% del totale” ha concluso Groppo. “Per questo, è’ importante intervenire anche sul canale HoReCa a tutela delle produzioni italiane e per soddisfare le attese di un consumatore sempre più consapevole e attento”.
“Oltre ai disciplinari di etichettatura, in Italia la carne bovina di Razza Piemontese dispone di altri strumenti di certificazione ed etichettatura, tra i quali: il Sistemi di Qualità Nazionale Fassone di Razza Piemontese e l’IGP Vitelloni Piemontesi della coscia” ricorda il Presidente Coldiretti Asti Monica Monticone.
“Al fine di completare la valorizzazione della carne prodotta in Italia con sistemi di qualità riconosciuti in Europa, si rende dunque necessario assumere provvedimenti normativi che introducano l’etichettatura delle carni nel canale HoReCa, a tutela del consumatore e di tutti gli operatori di filiera” rimarca il Direttore Coldiretti Asti Diego Furia.
All’appuntamento, molto sentito in tutto il territorio regionale, hanno preso parte anche: la presidente regionale Cristina Brizzolari, il delegato confederale, Bruno Rivarossa i direttori e i presidenti delle Federazioni provinciali Coldiretti, tra cui Diego Furia per l’astigiano.
A garantire la loro presenza, inoltre, l’assessore regionale all’Agricoltura, Marco Protopapa, il sindaco di Carrù Nicola Schellino e i parlamentari Enzo Amich, Giorgio Maria Bergesio, Monica Ciaburro, Marcello Coppo, Andrea Giaccone, Antonino Iaria e Augusta Montaruli. Non sono mancati, infine, il presidente Elia Dalmasso col direttore Tiziano Valperga di Arap Piemonte e il presidente Franco Martini col direttore Simone Mellano di Asprocarne, tutti al sostegno della proposta del Disegno di Legge presentato.
“Bisogna prendere atto della profonda crisi del comparto – spiega il deputato Andrea Giaccone (Lega) – aggravata dall’aumento dei costi di produzione e dalle crescenti difficoltà di mercato. Si tratta di tutelare più di 4 mila aziende con oltre 10000 addetti del settore che operano sul territorio piemontese, per questo è quanto mai necessaria la tutela della Razza Bovina Fassone Piemonte per l’equilibrio economico della produzione alimentare e la manutenzione del territorio”. Conclude il deputato Marcello Coppo (Fratelli d’Italia): “Coldiretti ha condiviso con noi la loro proposta di legge che sarà presa come punto di partenza per aprire un tavolo con il Ministero dell’agricoltura sulla via normativa e amministrativa migliore per raggiungere l’obiettivo di promuovere questo ottimo prodotto”.