Il prof. Ofir Haivry per un giorno ad Asti (da Gerusalemme) per parlare del moderno antisemitismo
ASTI – Martedì il prof. Ofir Haivry, storico del sionismo e vicepresidente dell’Herzl Institute di Gerusalemme, è stato ad Asti su invito dell’Associazione Italia Israele e del Rotary Club nell’ambito delle iniziative legate alla Giornata della Memoria 2024.
Intensa la giornata dell’illustre ospite, che fa parte del Consiglio dell’Alta Educazione dello Stato di Israele ed è stato a lungo componente della Commissione Bilaterale tra Italia e Israele per la cooperazione in campo accademico.
Lo studioso ha avuto un incontro in mattinata con gli studenti dell’Istituto Vittorio Alfieri accolto dalla dirigente Stella Perrone, al pomeriggio ha tenuto una conferenza-stampa nei locali del ristorante-pizzeria “Francese”, la sera ha partecipato a una conviviale al ristorante “La Fertè” organizzata in interclub da Italia Israele e Rotary.
In tutti i suoi incontri il prof. Haivry ha evidenziato come l’antisemitismo, che ottant’anni fa ha portato alla folle “soluzione finale” ideata da Hitler, non sia per nulla debellato e oggi si indirizzi, oltre che contro i singoli ebrei, soprattutto contro lo Stato di Israele.
“Dopo la vergogna dei forni crematori – ha affermato lo studioso – è divenuto sconveniente definirsi antisemiti, come avveniva prima; gli antisemiti si sono perciò mascherati da antisionisti, negando il diritto di esistere dello Stato di Israele, unica nazione al mondo che sarebbe priva legittimità”.
Haivry ha rimarcato come nei confronti di tutti gli altri Stati del mondo le critiche ai singoli governi non portino mai alla richiesta di cancellare i relativi Paesi dalla carta geografica, mentre dal 1948 gli antisemiti non si limitano a “criticare sempre e comunque i governi israeliani, di qualunque colore siano, ma chiedono l’eliminazione dello Stato ebraico”.
A chi gli ha domandato, durante la serata conviviale, come si vive in Israele dopo ciò che è successo il 7 ottobre scorso, Haivry ha risposto: “Abbiamo vissuto quell’attacco terroristico come le prove di una nuova Shoah, non a caso poste in essere da coloro che hanno nel loro statuto la distruzione di Israele”.
Lo studioso ha infine sottolineato come i crimini del 7 ottobre abbiano voluto colpire gli accordi di pace che stavano per essere siglati tra Israele e Arabia Saudita e si è detto fiducioso che il processo di distensione possa riprendere se l’organizzazione terroristica di Hamas verrà neutralizzata.