Il presidente nazionale Cristiano Fini alla sede Cia di Castelnuovo Calcea: “Più forti della tempesta”

Rimessa a nuovo in tempi record la struttura danneggiata dalla tempesta del 4 luglio

Da sinistra Marco Capra, Maurizio Scaccia direttore nazionale Cia, Cristiano Fini presidente nazionale Cia, Gabriele Carenini presidente Cia Piemonte

CASTELNUOVO CALCEA – La Casa dell’Agricoltore, sede interzonale di Cia Asti a Castelnuovo Calcea, è rinata grazie all’impegno dei dipendenti ed al fondamentale contributo economico delle sedi Cia italiane e dei loro soci. Il 21 settembre il presidente nazionale Cristiano Fini, accompagnato dal direttore Maurizio Scaccia e dal presidente regionale Gabriele Carenini, ha visitato la struttura rimessa a nuovo dopo la tempesta del 4 luglio: pioggia e vento a 90 chilometri all’ora avevano scoperchiato una parte del tetto causando gravi infiltrazioni nel soffitto e rottura di vetri. Fortunatamente illeso tutto il personale che era al lavoro negli uffici.

Da sinistra Marco Capra, Cristiano Fini e Marco Pippione davanti alla targa che ringrazia i soci e le sedi Cia che hanno contribuito al ripristino della sede. In alto un scorcio del tetto danneggiato dalla tempesta

Grazie all’impegno straordinario dei colleghi l’attività non si è mai interrotta – hanno sottolineato il presidente Marco Capra e il direttore Marco Pippionein pochissime ore sono stato riallestiti gli spazi in modo da poter garantire ai soci l’assistenza puntale di sempre”. Dalla Sicilia al Veneto al Piemonte sono arrivate decine donazioni che hanno consentito all’organizzazione di realizzare in tempi brevissimi gli ingenti lavori di ripristino del tetto.

Il prossimo passo – hanno annunciato i vertici provinciali – sarà coprire il tetto con pannelli fotovoltaici per abbattere costi energetici e per contribuire alla transizione green che coinvolge tutto il sistema Paese”.

Il presidente Fini e il direttore Scaccia, alla loro prima visita nell’Astigiano, si sono complimentati con tutto lo staff provinciale della Cia per la forza di volontà, la tenacia e la determinazione con cui è stata affrontata e superata la fase di emergenza. Non è venuto meno il supporto delle istituzioni, in particolare del Sindaco di Castelnuovo Calcea, Roberto Guastello (presente al taglio del nastro) ringraziato dal presidente Capraper aver consentito la prosecuzione delle attività e l’immediato ripristino dei danni”.

Cristiano Fini si è quindi soffermato sul difficile contesto economico e sulle prossime sfide che attendono il nuovo Governo.  “Tempo scaduto! È lo slogan che ripetiamo da mesi a politica e istituzioni – ha dichiarato il presidente nazionale di Cia – Il Decreto Aiuti ter, sebbene abbia accolto alcune delle nostre più importanti richieste, non basterà. Le imprese agricole sono allo stremo, strette tra i rincari record di materie prime ed energia, dal +170% dei fertilizzanti al +130% del gasolio, gli effetti della lunga siccità che ha tagliato le produzioni per oltre 3 miliardi, l’inflazione galoppante. In queste condizioni, abbiamo assolutamente bisogno di stabilità e di un governo operativo che attui nuove misure di sostegno al comparto”.

L’agricoltura è il settore più esposto alle crisi, da quelle climatiche a quelle di mercatoeppure se ne sente parlare troppo poco – accusa Fini quello che fa più arrabbiare è che sembra scontato aumentare i prezzi dei prodotti a causa dei rincari per qualsiasi tipo di attività; invece, l’agricoltura, stranamente, deve cercare di mantenere i prezzi ai livelli degli scorsi anni”.  Senza interventi ulteriori, però, “le imprese saranno costrette ad adeguare i prezzi per non chiudere, con conseguenze immediate sulla spesa alimentare dei consumatori”. Ecco perché, conclude il presidente di Cia è urgente “un piano agricolo di rilancio per salvare famiglie, aziende e Made in Italy, prendendo esempio dal decalogo predisposto dall’organizzazione per le forze politiche in campo”.

Le 10 priorità di Cia per il Nuovo Governo

EMERGENZA ENERGETICA:

  1. Credito d’imposta per l’acquisto di gasolio agricolo, incluso riscaldamento delle colture in serra, per il 2022-2023. Incentivi fiscali per sostenere l’acquisto di altri fattori produttivi (mangimi, fertilizzanti, sementi e piantine);
  2. Autorizzare in sede Ue le imprese agricole a immettere in rete energia elettrica prodotta con il fotovoltaico oltre i propri livelli annui di autoconsumo.

EMERGENZA IDRICA:

  1. Esonero dei contributi previdenziali e credito agevolato per imprese agricole dei territori in stato di emergenza per la siccità;
  2. Ristrutturazione immediata della rete di canali e della rete idro-potabile. Progetto infrastrutturale di piccoli invasi/laghetti attuabile con tempistiche certe e procedure semplificate.

EMERGENZA CINGHIALI:

  1. Commissario straordinario per la gestione della fauna selvatica presso Palazzo Chigi con pieni poteri e coordinamento di una cabina di regia con le Regioni per riformare la legge 157/1992;
  2. Superamento del regime de minimis nell’ambito del sistema di indennizzi alle imprese agricole.

EMERGENZA MANODOPERA:

  1. Semplificazione e maggiore flessibilità degli strumenti per il reperimento della manodopera agricola, anche attraverso l’innovazione digitale.

PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA:

  1. Portare a compimento le riforme per poter ricevere nei tempi stabiliti le risorse negoziate. Facilitare le procedure per l’attuazione del Piano.

ORIZZONTE EUROPA:

  1. Contrastare i sistemi di etichettatura come il Nutriscore, che penalizzano il Made in Italy. Tutelare le eccellenze agricole italiane di fronte a ingiustificati rischi per la salute umana e al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità;
  2. Promuovere una politica commerciale Ue che valorizzi l’agricoltura e garantisca il rispetto della reciprocità delle regole. Impegno sui dossier strategici, dalla revisione del sistema Dop-Igp alla visione di lungo termine per le aree rurali; dalla Strategia Farm to Fork a quella della Biodiversità.

 

Accanto a queste dieci proposte, Cia insiste sul proprio cavallo di battaglia dello sviluppo delle aree interne, che coprono complessivamente il 60% dell’intera superficie nazionale e sono legate a doppio filo con l’agricoltura italiana. Una valorizzazione che passa per la transizione digitale e la meccanizzazione agricola; incentivi a reti e distretti a vocazione territoriale; potenziamento del turismo rurale; sostegno a forme di agricoltura sociale; crescita di filiere agroenergetiche locali. Allo stesso tempo, serve anche una riorganizzazione dei servizi alla persona, con più infrastrutture stradali, sanitarie e scolastiche, evitando il progressivo spopolamento e abbandono di aree fondamentali per il Paese.

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