Peste Suina, mobilitazione per la ricerca delle carcasse

L’assessore regionale Icardi: «Chiesti i primi 100 milioni al Governo per i risarcimenti alle aziende»

In Piemonte si sta procedendo con il monitoraggio a tappeto delle carcasse di cinghiale. La priorità, in questo momento, è definire con la migliore precisione possibile l’effettiva area di circolazione del virus, in modo da procedere con le misure di isolamento della zona interessata.

Parallelamente, nella “zona infetta” definita dal Ministero sarà avviato il depopolamento dei suini domestici degli allevamenti allo stato brado e famigliari, maggiormente a rischio di contatto con i suini selvatici, mentre non interverremo sugli allevamenti convenzionali, che garantiscono sufficienti condizioni di biosicurezza.

Martedì prossimo il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti presenteranno al Governo il piano degli interventi interregionali elaborato in collaborazione con le organizzazioni agricole. Per questo, la Regione Piemonte ha già chiesto al Governo un primo stanziamento di 100 milioni di euro da destinare nell’immediatezza a chi avrà delle ripercussioni negative sulla propria attività.

Cosi, al termine del Tavolo sanitario sulla Peste Suina Africana svoltosi con i rappresentanti delle Organizzazioni agricole piemontesi.

«Tra sabato e domenica – ha detto l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi – nella “zona infetta” saranno impegnate oltre 500 persone tra agenti della Provincia di Alessandria e dell’Ambito territoriale di caccia, carabinieri forestali, agricoltori e volontari della Protezione civile, per setacciare palmo a palmo l’intero territorio alla ricerca di carcasse animali, con il coordinamento dell’Unità di crisi e del commissario per l’emergenza Peste Suina Africana della Provincia di Alessandria, Giorgio Sapino”.  L’assessore ha anticipato che “a febbraio, non appena sarà definito con esattezza il perimetro di delimitazione della zona infetta, verranno avviate le operazioni di depopolamento dei cinghiali all’esterno dell’area. Secondo le indicazioni del Piano nazionale per l’eradicazione dell’epidemia, si stima che in Piemonte andrebbero abbattuti in un anno circa 50 mila cinghiali. Un’azione che per essere maggiormente efficace andrà inserita in un contesto interregionale, per il quale il Piemonte ha già chiesto al Governo la nomina di un commissario ad hoc, proponendo l’attuale direttore dell’Istituto sperimentale zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, Angelo Ferrari».

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