Partecipata tavola rotonda sul tema “Quale donna? Identità femminile”
Iniziativa organizzata da C.I.F. Centro Italiano Femminile di Asti e Consultorio Familiare Francesca Baggio
ASTI – Nella ricorrenza della Giornata internazionale dei diritti delle donne, venerdì 8 marzo si è svolta alla Biblioteca Astense la tavola rotonda su “Quale donna? Identità femminile”, organizzata dal C.I.F- Centro Italiano Femminile Provinciale di Asti con il Consultorio Familiare “Francesca Baggio” di Asti.
L’iniziativa, patrocinata dalla Biblioteca Astense diretta da Alessia Conti e dalla Commissione Comunale Pari Opportunità Città di Asti, presieduta da Nadia Miletto, si è svolta nella suggestiva Sala delle Colonne arricchita per l’evento dall’ esposizione delle opere, prevalentemente ad acquerello, delle pittrici Luciana Basso e Annamaria Gerbo. I ritratti e i volti femminili rappresentati, configuranti la donna nelle sue diverse identità, hanno trasmesso bellezza e suscitato forti emozioni.
A introdurre il convegno la professoressa Renza Binello, presidente del CIF Regionale del Piemonte e componente del Consiglio Nazionale del CIF che – dopo aver richiamato i valori della storica associazione nazionale femminile – ha evidenziato l’importante funzione del Consultorio Familiare Francesca Baggio, diretto da anni dalla dottoressa Silvana Alessandria, soffermandosi poi sul suo ricco percorso professionale e di studi, prima di cederle la parola in qualità di moderatrice.
“Richiamando Ch. Fourier, ‘Il grado di emancipazione femminile è la misura naturale dell’emancipazione universale’ – ha detto Silvana Alessandria – La cifra che dovrebbe caratterizzare la Giornata internazionale della Donna è differenza. Che cosa significa dal punto di vista etimologico questo termine? ‘Porto attraverso’ che cosa? Le mie caratteristiche, le mie risorse, le mie fragilità, i miei sogni. Bene quali sogni? Sogni personali e sogni collettivi, sogni collettivi che riguardano lo spazio delle donne, il riconoscimento dei diritti delle donne superando muri difensivi, stereotipi, pregiudizi, esclusioni, luoghi comuni per una giusta e corretta valutazione in nome di una sana e proficua relazione volta alla collaborazione per crescere insieme in umanità”.
Alla tavola rotonda, moderata dalla dottoressa Silvana Alessandria, sono intervenute, sulle rispettive tematiche identitarie trattate, le seguenti relatrici.
Lucrezia Rissone – studentessa (Liceo Artistico Alfieri di Asti, diretto da Maria Stella Perrone): “L’arte energia vitale e totalizzante”.
Prof.ssa Luciana Basso – pittrice: “Al servizio dei sogni d’artista”.
Prof.ssa Chiara Cerrato – direttivo nazionale CREIS: “Stereotipi di genere”.
Dott.ssa Anna Paola Fea – chirurga “Cercatrice di senso con il proprio lavoro e con la propria vita”.
Dott.ssa Giovanna Cristina Gado – già segretaria comunale generale: “Al servizio delle istituzioni, dei cittadini e delle cittadine, nella legalità”.
Dott.ssa Erika Grimaldi – soprano: “La chiave di sol e la chiave inglese”.
Dott.ssa Chiara Pastore- psicologa e psicoterapeuta: “Alla scoperta di sé e del senso delle proprie esperienze”.
Prof.ssa Marisa Varvello – già sindaca di Chiusano: “Cercatrice di soluzioni”.
Diritti e battaglie femminili per la loro conquista, dati statistici, approfondimenti, testimonianze professionali, esperienze di vita, riflessioni e sogni di emancipazione femminile, sono stati i punti focali delineati dalle relatrici per richiamare l’attenzione alla consapevolezza collettiva sul significato e sulla valenza della giornata internazionale dei diritti delle donne.
E stato un incontro molto partecipato in presenza da un folto pubblico, tra cui la presidente e le numerose componenti della Commissione Pari Opportunità della Città di Asti, rappresentanti delle associazioni femminili e del volontariato, esponenti delle pubbliche amministrazioni e delle istituzioni scolastiche, componenti degli ordini professionali e di Club di servizio, che ha riscontrato grande interesse e apprezzamento per i contributi di spessore culturale, emersi dai coinvolgenti e diversificati profili della tematica identitaria femminile trattata.
Le voci astigiane del CIF – Centro Italiano Femminile
“Un momento di alto confronto, voci di donne che hanno risuonato tra le colonne della biblioteca tra realtà e sogno con la speranza che i sogni di pace, giustizia, rispetto, dignità, amore, solidarietà, amicizia e non violenza si avverino”, il commento di Renza Binello, presidente del CIF Regionale del Piemonte e componente del Consiglio Nazionale del CIF.
“La tavola rotonda – ha spiegato Clelia Viazzi, presidente del CIF provinciale di Asti – ha permesso di conoscere il punto di vista di numerose donne di ogni età e con percorsi di studio,e di esperienze culturali e di impegno professionale ancor più arricchenti in quanto molto diversificati. E’ emersa la capacità, la volontà, l’importanza degli obiettivi prefissati di ciascuna. Intesi da alcune come un sogno e da altre come realizzazione di un giusto processo di riconoscimento di diritti delle donne. Dal lontano Dicembre 1947, data di approvazione della Costituzione, le donne hanno fatto e stanno facendo molta strada, ricoprendo importanti ruoli. Come donna mi auguro che le donne perseguano con determinazione i loro obiettivi, supportate anche dalla sensibilità e dalla gentilezza, tipiche virtù del genio femminile.”
“Ho seguito con molto interesse i contributi personali e diversificati delle relatrici – ha dichiarato Anna Maria Migliarini, già presidente del CIF comunale di Asti – particolarmente incuriosita dei ‘sottotitoli’ scelti. Le testimonianze e le esperienze vissute, esposte con passione ed efficacia mi hanno emozionato e fatto scoprire lati che non conoscevo di amiche di lunga data, e ho assimilato informazioni su argomenti, per me poco noti, da parte di persone giovani ed entusiaste di ciò che fanno”.
“La tavola rotonda, in occasione della Giornata Internazionale della donna 2024 – ha affermato Paola Rizzotti presidente del CIF comunale di Asti – è stata molto apprezzata per la capacità di dialogo e di confronto di donne che con le loro esperienze di vita, lavorative e familiari, hanno sollecitato spunti di riflessione in tutte noi”.
“E stata un’opportunità d’incontro arricchente per la solidità culturale dei contributi apportati dalle relatrici, forieri di sollecitazioni, di riflessioni e anche di emozioni, che hanno tracciato il senso della strada dell’emancipazione femminile, che ancora ai giorni nostri si vede lontana. Quasi o come un sogno. Coinvolta nell’iniziativa quale relatrice, ho potuto anche evidenziare come il richiamare i principi fondamentali di uguaglianza sostanziale, di non discriminazione di sesso e di libertà, sanciti dalla Carta Costituzionale entrata in vigore nel 1948, significhi ricordare debitamente il fondamentale e determinante contributo apportato alla stesura e all’approvazione degli stessi, dalle 21 Madri della Repubblica Italiana.
Elette all’Assemblea Costituente il 2 giugno 1946 meritano davvero di essere celebrate anche nella giornata dei diritti delle donne, per essere state le pioniere dei nostri diritti. Erano solo in 21 donne nel consesso di 556 componenti, ma riuscirono a far dire alla Costituzione Italiana che donne e uomini, hanno pari diritti, che donne e uomini sono uguali davanti alla legge.
Tra le 21 Madri Costituenti, anche Maria Agamben Federici, Prima Presidente Nazionale del CIF, a cui ho rivolto il particolare riconoscente ricordo a nome delle associate astigiane.
Ho ricordato il valore di portata Costituzionale dei diritti delle donne grazie alle Madri della Repubblica correlato anche alla coraggiosa battaglia intrapresa da Rosanna Oliva de Conciliis, che si vide esclusa dal concorso per l’accesso alla carriera prefettizia, in quanto donna e che ottenne con un proprio ricorso patrocinato dal Professor Costantino Mortati, la sentenza della Corte costituzionale n. 33 del 13 maggio 1960: la prima e una delle più importanti sentenze in materia di parità tra uomo e donna, che ha eliminato le principali discriminazioni per l’accesso ai pubblici uffici. Una Pronuncia che impose al Parlamento di adeguarsi al principio di non discriminazione di sesso. Vi riuscì – ben 15 anni dopo dall’entrata in vigore della Costituzione – con la legge 66 del 9 febbraio 1963 “Ammissione della donna ai pubblici uffici ed alle professioni”, il commento di Giovanna Cristina Gado, componente del Consiglio comunale CIF di Asti e componente CIF della Consulta femminile regionale del Piemonte.