Il Parco Paleontologico aggiorna i Guardiaparco sul controllo dell’attività venatoria

ASTI – Andare a caccia e soprattutto controllare che i cacciatori facciano le cose per bene, è cosa seria, complessa e per nulla semplice. A ben vedere non solo i “controllati” dovranno garantire di fare le cose per bene, ma anche i “controllori” dovranno tirar fuori una discreta professionalità, perché il mondo venatorio, con tutte le sue sfumature, è complesso e merita sempre la massima attenzione.

E proprio nel senso di garantire attenzione e professionalità, il Parco Paleontologico Astigiano, unica realtà di Aree Protette presente in provincia di Asti, ha deciso di aggiornare il proprio Personale di Vigilanza (i Guardiaparco) sulla vigilanza venatoria e sui controlli da effettuare a carico dei cacciatori che si incontreranno nel territorio.

Come sappiamo, nei Parchi e nelle Riserve Naturali la caccia è vietata e un eventuale cacciatore, sorpreso in atteggiamento di caccia in un Parco, sarà denunciato all’Autorità Giudiziaria con tutto ciò che ne consegue. Ma sappiamo che i Parchi non tutelano tutto il territorio ma solo una piccola parte, nella restante parte la caccia e le attività ad essa assimilate, si svolgono con le regole che tutti i cacciatori conoscono o dovrebbero conoscere. Nella fascia intorno ai confini dei Parchi e delle Riserve Naturali c’è il momento di contatto tra il mondo venatorio e gli Agenti di Vigilanza del Parco. L’obiettivo dell’Ente Parco è proprio quello di garantire un efficace e costante aggiornamento dei propri Guardiaparco per garantire la massima qualità del lavoro svolto.

A tenere il corso gli esperti dell’Associazione Nazionale Libera Caccia (ANLC), una tra le più attive in provincia di Asti, che ha offerto ai Guardiaparco un’approfondita disamina di tutta la normativa venatoria attualmente in vigore.

Negli Incontri di Aggiornamento, ANLC di Asti, in particolare il dott. Flavio Duretto (coord. del Corso) il dott. Simone Ruffa e il sig. Fabrizio Zerbetto, hanno proposto invece un panorama costituito dalla descrizione dei vari soggetti istituzionali coinvolti, spiegandone con attenzione il ruolo e le competenze. Per prima la Comunità Europea, con le sue Direttive e i Regolamenti attuativi, poi lo Stato che recepisce le indicazioni Comunitarie con la Legge 157 del 1992 e le successive modifiche, per giungere naturalmente alle Regioni con i relativi pronunciamenti (Leggi Regionali in materia venatoria, la L.R. 5/2018 per il Piemonte). Un diagramma dei flussi normativi e decisionali che fa capire anche la portata dei singoli provvedimenti e delle decisioni assunte dagli organi competenti. Si è poi proseguito nella descrizione delle realtà locali, le Provincie, gli Ambiti Territoriali di Caccia, senza dimenticare i Comuni le Aziende Sanitarie e in ultimo anche le Associazioni Venatorie. Ovviamente l’attenzione si è poi trasferita sui documenti al seguito del cacciatore, il primo elemento del contatto sul territorio; Libretto di Porto d’Armi uso caccia, la Licenza di Porto di Fucile, l’Assicurazione obbligatoria e in ultimo, ma non certo per minore importanza, il Tesserino regionale e l’iscrizione ai vari Ambiti Territoriali di Caccia.

L’interesse è poi transitato sull’altro elemento fondamentale di ogni Stagione Venatoria: il Calendario Venatorio regionale e quello particolareggiato di ogni singolo ATC, con date, orari, specie cacciabili, armi consentite, modalità di caccia ammesse e i vari carnieri (giornaliero, stagionale etc).  Nella descrizione delle varie modalità di caccia che i Guardiaparco potrebbero incontrare nella loro attività di controllo, è stata particolarmente interessante la descrizione dei tre momenti essenziali in cui si manifesta “la caccia” in senso più esteso: l’attività venatoria vera e propria che tutti conosciamo (periodi ben precisi e limitati, un calendario venatorio, solo alcune specie interessate, ecc..) poi la caccia di selezione indirizzata solo ad alcune specie e sulla base di specifici piani di abbattimento (la volpe, il capriolo, ecc)  ed in ultimo la più complessa ed oggi urgente ed indifferibile attività di controllo delle specie problematiche, tra le quali spicca senz’altro il cinghiale, ormai diventato quasi un emergenza nazionale.

Estremamente interessante, è stato poi l’approccio a tutto l’argomento delle armi da caccia.  I tecnici dell’ANLC hanno portato, presentato e descritto nel dettaglio, praticamente tutto il panorama delle armi da caccia oggi disponibili ed utilizzate nelle varie attività venatorie (caccia, selezione e controllo). Insieme alle più importanti nozioni di balistica applicata alle armi da fuoco, sono stati visionati e soprattutto maneggiati dai Guardiaparco, diversi modelli di fucili “a canna liscia” (il semiautomatico, la doppietta, ecc) per poi passare all’altro grande ed importante gruppo di armi, costituito dalle “carabine”, con la canna rigata. Ovviamente ad armi diverse corrispondono prede diverse e situazioni diverse soprattutto in riferimento al comportamento da tenere durante l’attività, anche in relazione ai rischi e alla sicurezza. Ogni aspetto legato alle armi è stato preso in considerazione, partendo dalle gittate e dalle distanze potenzialmente raggiungibili per arrivare alle ottiche e ai sistemi di ricerca e puntamento. Uno spazio rilevante è stato dedicato alle recenti attrezzature elettroniche all’infrarosso, meglio conosciute come “termocamere” che hanno dato una svolta determinante all’attività di controllo del cinghiale attuata dall’Ente Parco. Particolarmente significativo il fatto che tutti e tre i Tecnici che hanno condotto gli Incontri, siano anche “Operatori Selezionati dell’Ente Parco” e che quasi quotidianamente effettuino gli interventi di abbattimento dei cinghiali nell’Area protetta insieme ai Guardiaparco. Una sinergia importante che non potrà che migliorare col tempo: i freddi dati numerici dicono che, al mese di Settembre, nelle Aree Protette gestite dall’Ente-Parco sono già stati abbattuti quasi 140 cinghiali dall’inizio anno, utilizzando in parte le gabbie di cattura e soprattutto la “cerca” notturna, grazie appunto all’impiego delle termocamere montate sulle carabine.

In ultimo, ma certamente non meno importante, è stato l’approccio al munizionamento. Sono state portate in visione praticamente tutte le possibili forme, calibri, dimensioni dei munizionamenti più diffusi, senza dimenticare ad esempio le munizioni che non contengono piombo, per l’uso obbligatorio in quelle Aree della Rete Natura 2000 (Valmanera ad esempio) presenti sul territorio e in gestione all’Ente Parco.

In definitiva si è trattato di una importantissima “full immersion”, relativamente breve ma intensa (12 ore), in un mondo molto particolare che merita senz’altro di essere affrontato dai Guardiaparco con la massima professionalità possibile e nella speranza che possa essere la prima di una lunga serie a venire.

I Guardiaparco del Parco Paleontologico, saranno di aiuto, su una parte del territorio della provincia, alle altre figure istituzionali della Vigilanza Venatoria (Guardie Venatorie Provinciali, Carabinieri Forestali, Guardie Venatorie Volontarie delle Ass.Ven., ecc) ma nello stesso tempo anche a disposizione dei cacciatori per chiarire i dubbi sulle questioni legislative e regolamentari ed a dare informazioni faunistiche e sulla tutela degli habitat che ci circondano.                     

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