Perquisizioni anche a Castelnuovo Don Bosco nell’ambito dell’operazione “Vicerè”

CASTELNUOVO DON BOSCO – Figura anche un addentellato astigiano nell’ambito dell’operazione “Vicerè”, che ha visto la Guardia di Finanza di Livorno trarre in arresto nove persone (due raggiunte da ordinanze di custodia cautelare in carcere e le rimanenti sette ai domiciliari), tra cui un pregiudicato con gravi precedenti di affiliazione ‘ndranghetista e Giovanni Daveti, viceprefetto reggente dell’Isola d’Elba.

Gli indagati dovranno rispondere di una sfilza di gravi reati, ovvero associazione per delinquere, porto abusivo di esplosivi detenuti al fine di compiere un atto intimidatorio, indebita compensazione di debiti tributari con crediti inesistenti, contrabbando di 9 tonnellate di tabacchi lavorati esteri e illecita sottrazione al pagamento delle accise sugli alcolici, anche mediante falso in documenti pubblici informatici.

Particolarmente gravi le contestazioni mosse all’alto dirigente, che gli inquirenti ritengono coinvolto in plurimi contesti illeciti, il quale, ritenendosi vittima di una truffa immobiliare unitamente ad un amico, avrebbe pianificato una “vendetta” nei confronti del presunto truffatore, incaricando un altro componente dell’associazione illecita di reperire dell’esplosivo per “far saltare in aria” l’auto del presunto truffatore.

Il nesso con la nostra provincia è dato dal fatto che, nel corso delle perquisizioni effettuate, le Fiamme Gialle toscane hanno controllato anche, con il supporto dei colleghi astigiani, un locale a Castelnuovo Don Bosco. Si tratta di un capannone industriale vuoto, formalmente di proprietà di una società di Torino, che gli inquirenti ritengono fungesse da “deposito fiscale” nell’ambito di una truffa nel settore del commercio internazionale di prodotti alcolici.

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