Operazione “Centauro”: i carabinieri di Cuneo arrestano 4 persone per furti e truffe ad anziani

Nelle prime ore del mattino di oggi 25 gennaio, i Carabinieri del Comando Provinciale di Cuneo hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari a carico di 4 persone ritenute responsabili a vario titolo di furti in abitazione, ricettazioni e falsificazione di targhe.

Contestualmente alla misura cautelare personale è stata data esecuzione anche a un decreto di perquisizione, disposto nei confronti di 7 persone, ritenute contigue agli indagati.

Le indagini

Il provvedimento restrittivo scaturisce da una complessa attività di indagine, convenzionalmente denominata “Centauro”, avviata nell’agosto 2022 dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Cuneo, coordinata dal sostituto Procuratore della Repubblica Dott. Gabriele Fiz, i cui esiti hanno permesso di comprovare l’operatività di un gruppo di ladri, con base tra Carmagnola e Villafranca Piemonte e attivo nelle province di Cuneo e Torino.

Da sottolineare come gli stessi fossero in grado di operare in una molteplicità di luoghi, dimostrando una non comune padronanza del territorio.

I centri nei quali sono stati commessi i reati oggi in contestazione sono: Saluzzo (CN), Borgo San Dalmazzo (CN), Fossano (CN), Racconigi (CN), Pralormo (TO), Rivalta di Torino (TO), Rosta (TO), Torre Pellice (TO), Volpiano (TO), Piasco (CN), Magliano (CN), Revello (CN), Chivasso (TO), Baldissero Torinese (TO), Govone (CN), Poirino (TO), Cafasse (TO), Caraglio (CN), Neive (CN), Bricherasio (TO), Envie (CN), Carmagnola (TO), Villafranca Piemonte (TO), Villanova Mondovì (CN).

Il modus operandi

Le investigazioni, in particolare, hanno dimostrato come gli indagati operassero tanto con la tecnica del falso operatore di società di utility, accedendo così all’interno delle abitazioni di ignari anziani, raggirandoli e derubandoli dei risparmi, quanto, più semplicemente, introducendosi, previa effrazione, nelle case lasciate incustodite, anche per breve tempo, dai proprietari ed appropriandosi di contanti, gioielli, apparecchiature elettroniche ed altro.

La tecnica utilizzata per raggirare le anziane vittime era ben collaudata: presentatisi alla porta indossando un falso cartellino di identificazione, riferivano che erano in corso la riparazione delle linee elettriche e che, per via di particolari operazioni da eseguire all’interno dell’abitazione, sarebbe stato più sicuro raccogliere il denaro ed i preziosi all’interno di una borsa per non danneggiarli: quindi, approfittando del primo momento di distrazione delle vittime, si impossessavano del bottino scappando rapidamente a bordo di scooter.

Negli altri casi, invece, gli indagati, che giungevano sul luogo dei furti sempre a bordo di auto di grossa cilindrata, dopo essersi assicurati circa l’assenza dei proprietari, riuscivano ad accedere all’interno forzando molto rapidamente le porte di ingresso o, più frequentemente, una delle finestre e facevano razzia di ciò che trovavano, trattenendosi all’interno solo pochi minuti. Spesso per allontanarsi con il bottino più comodamente, riponevano la refurtiva all’interno di federe di cui si impadronivano durante il furto. In alcuni casi gli stessi riuscivano, verosimilmente con dei telecomandi clonati, ad aprire i cancelli elettrici, assicurandosi, così, una più comoda via di fuga.

L’esecuzione dei provvedimenti

Gli elementi di prova raccolti hanno evidenziato l’esistenza di un gruppo ben strutturato al quale vengono contestati 26 furti. Al termine dell’esecuzione dei provvedimenti, che ha visto impiegati circa 80 Carabinieri del Comando Provinciale di Cuneo, 2 indagati sono stati ristretti presso la Casa Circondariale di Asti, mentre altri 2 sono stati accompagnati agli arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni. Nel corso delle operazioni è stato anche tratto in arresto in flagranza per detenzione di stupefacenti il coinquilino di uno degli arrestati, poiché trovato in possesso di 307 grammi di marijuana e materiale per la coltivazione.

Sono in atto ulteriori accertamenti volti a reperire elementi ulteriori, anche di segno contrario, rispetto a quelli sino ad ora raccolti, a favore, quindi, degli indagati, da presumersi innocenti sino a quando non sarà pronunciata sentenza definitiva di condanna.

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