Nasce ad Asti il Museo dei minerali più piccolo d’Italia
Si chiama M.A.G.M.A.X ed è concentrato in una stanza della torre medioevale Quartero
ASTI – Tutto in una stanza: la polvere di luna, gli elementi chimici della crosta terrestre racchiusi in quattro cassetti, gli attrezzi dei minatori, l’angolo dedicato alle meteoriti e tanto altro.
Nasce ad Asti, in una torre medioevale, il Museo dei minerali più piccolo d’Italia: privato, ma aperto gratuitamente al pubblico su prenotazione. Appena venti metri quadri di spazio che rappresentano una finestra sul cosmo, ma non solo: dall’ultimo piano della Torre Quartero, tra corso Alfieri e via Roero, si gode uno spettacolo impareggiabile con vista sui tetti del centro storico fino alla chiesa di San Martino e a pochi passi dalla Torre De Regibus e dal Museo Lapidario. Poco più in là c’è il Museo Paleontologico, con cui si costruiranno collaborazioni future.
La nuova realtà che animerà il panorama culturale astigiano si chiama M.A.G.M.A.X, Museo Astense di Geologia, Mineralogia, Arte Mineraria, Cristallografia, e sarà aperto al pubblico dal 5 luglio in corso Alfieri 360.
Massimo Umberto Tomalino, che lo ha ideato, è un chimico di 64 anni che ha cominciato a coltivare da bambino la passione per la mineralogia. I vent’anni di lavoro all’estero lo hanno portato a scoprire nei negozi di antiquariato, alle aste, nei mercatini di Parigi, Amsterdam, Londra, o attraverso gli scambi con altri collezionisti, pezzi unici di un mondo vasto e misterioso: sono gli stessi che tra qualche settimana si potranno vedere al M.A.G.M.A.X, entrando nel vissuto di ricercatori, minatori, scienziati, artisti, tagliatori di pietre preziose. Quelli ebrei scapparono dalla furia nazista, ad Amsterdam, nascondendo negli stivali cofanetti di legno per il trasporto dei diamanti, illusoria speranza di salvezza. Due dei piccoli astucci si faranno guardare al M.A.G.M.A.X insieme ad altri oggetti che tracciano la storia della vita in miniera: l’elmetto dell’operaio bambino della Ruhr, il telefono dei primi del Novecento che, a 600 metri di profondità, comunicava con l’esterno, il corno che risuonava per avvisare sull’imminente scoppio delle mine.
“Qualcosa che non ti aspetti: ecco quello che spero possa trovare qui chi ci visiterà” è il desiderio di Tomalino, originario di Acqui Terme ma con solide radici astigiane.
Nel poliedrico mondo del M.A.G.M.A.X c’è il fascino, per i bambini, di toccare l’ortoclasio o il quarzo (il più diffuso minerale sulla terra) e la curiosità, per tutti, di scoprire la forma dei cristalli e strumenti scientifici particolari come il diffrattometro a raggi x più piccolo del mondo e perfettamente funzionante: fa le lastre ai minerali.
Ma ci sono anche libri, documenti, cartoline e fotografie, figurine d’epoca a tema e la striscia del 1951 di “Paperino e i gioielli stregati”. Non manca il gesso, unico minerale industriale dell’Astigiano. Si spazia dall’origine della terra al terzo millennio. E c’è il poster del 1969 sullo sbarco dell’uomo sulla luna passato dalla camera da letto del ragazzino Massimo Tomalino a una parete del M.A.G.M.A.X.
Nel “museo in una stanza” i mondi lontani, quelli degli asteroidi e della luna, sono assai vicini e si esplora la storia del regno minerale da cinque punti di vista: naturalistico, artistico, scientifico, storico e sociale. Tra i pezzi rari, uno dei volumi della prima edizione dell’Enciclopedia ragionata delle scienze, delle arti e dei mestieri di Diderot e D’Alembert: è quello dedicato alla lettera “m” (quindi anche alla mineralogia) e proviene dalla biblioteca della miniera di Anzin, la stessa che visitò Emile Zola per scrivere “Germinale”.
Il museo sarà presentato venerdì 11 giugno alle autorità cittadine e il giorno dopo ai giornalisti. Intanto ci si può già iscrivere alle visite guidate (anche in inglese, francese e spagnolo) assicurate dal lunedì alla domenica e a orario da concordarsi: telefonare al 328.1698691 o scrivere a astimagmax@gmail.com
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