Maggiori dazi per l’importazione di cereali russi: nuova misura Ue in vigore dal prossimo 1° luglio
Coldiretti Asti: “Intervento necessario per tutelare il settore agricolo europeo”
Bene l’introduzione di nuove misure per contrastare l’arrivo incontrollato del grano russo e bielorusso in Europa, quindi, la destabilizzazione del settore agricolo italiano ed europeo.
Nel solo 2023, l’incremento dei cereali importati dalla Russia si è attestato sul +1000%, provocando, di fatto, un effetto dirompente sul valore del prodotto, quindi, costringendo gli agricoltori a subire quotazioni al di sotto del livello dei costi di produzione (dati Centro Divuga).
Più precisamente, quella dello scorso anno è stata una vera e propria invasione, senza precedenti, di grano duro russo per la pasta (anche attraverso la triangolazione turca), con quasi mezzo milione di tonnellate nella sola Italia, che hanno determinato un abbattendo del prezzo del grano italiano, fino al -60%. Condizione che ha reso la coltivazione antieconomica, esponendo le aziende agricole al rischio crack, e che rischia di bissarsi nel 2024.
La nuova misura entrerà in vigore dal prossimo 1° luglio, andando ad inasprire il valore dei dazi doganali richiesti, ovvero: 95 euro a tonnellata per i cereali e 50% ad valorem per i semi oleosi e per i prodotti derivati derivanti da una concentrazione del prodotto di base. Oggetto delle attenzioni Ue ci sono, infatti: cereali, semi oleosi e prodotti derivati.
In Piemonte, le aziende cerealicole sono circa 26mila, di cui circa 1200 nell’astigiano, e interessano 229mila ettari di superficie (oltre 11mila nell’astigiano) concorrendo ad un fatturato di a livello regionale di 440milioni di euro l’anno.
A gravare sul comparto è anche l’andamento climatico di questa insolita primavera.
“Dopo due annate siccitose, abbiamo avuto più pioggia negli ultimi tre mesi che non nei 36 precedenti” spiega Felice Ferrero, componente Coldiretti Asti in seno alla Consulta Regionale Cerealicola. “Situazione che arreca disagi alle colture cerealicole, favorendo la diffusione di malattie fungine e comportando problematiche aggiunte anche in termini di tempestività nell’esecuzione dei lavori, con semine rallentate e col rischio di compattamento del terreno”.
“Attraverso la Consulta Cerealicola Regionale, composta lo scorso aprile, proprio per arginare le problematiche di concorrenza sleale e quelle derivanti dai cambiamenti climatici, operiamo con l’obiettivo di recuperare la giusta remunerazione del prodotto cerealicolo” precisa Ferrero. “Inoltre, ci siamo proposti di definire contratti di coltivazione per ridistribuire i costi lungo l’intera filiera”.
“La scelta dei ministri Ue rappresenta un primo passo verso lo stop deciso alle importazioni sleali e va nella direzione della tutela del reddito degli agricoltori” apprezzano il Presidente Coldiretti Asti Monica Monticone e il Direttore Giovanni Rosso. “In Italia abbiamo disciplinari di produzione molto rigidi e, attraverso il principio di reciprocità e alla revisione del codice doganale che, Coldiretti e l’Italia chiedono all’Europa, potremmo finalmente garantire maggiore tutela al prodotto made in Italy e ai nostri agricoltori”.
Un lodevole impegno per Coldiretti che può venir sostenuto anche dalla cittadinanza attraverso la raccolta firme da effettuarsi presso il Mercato Contadino di Campagna Amica (corso Alessandria 271) e negli uffici zonali di Coldiretti.