“Mafie e guerre”: il traffico di droghe e armi al centro del secondo incontro del corso organizzato da Libera Asti
Giovedì 16 novembre all’Istituto Monti si parlerà della tratta degli esseri umani
ASTI – Si è parlato di traffico di droghe e armi nel secondo incontro del corso di formazione di Libera Asti “Mafie e guerre” rivolto ai docenti e aperto alla cittadinanza, che si è svolto pochi giorni fa all’Istituto “Augusto Monti”.
Il prof. Fabio Armao, docente di relazioni internazionali all’università di Torino, ha illustrato il ruolo decisivo che le sostanze psicoattive hanno sempre avuto nei conflitti armati, dimostrando come la storia del mercato delle droghe si accompagni alla storia delle guerre, con un ruolo sempre più attivo delle organizzazioni criminali.
Dicono gli organizzatori: “Le mafie traggono vantaggi prima, durante e dopo le guerre. Il prof. Varese, criminologo in collegamento da Oxford, ci ha ricordato che l’attuale crisi derivante dalla guerra in Ucraina è un acceleratore dell’economia mafiosa. Già attive con il mercato nero e il traffico di profughi, di droga e di armi, le mafie potrebbero poi intervenire pesantemente nella fase della ricostruzione post-bellica”.
Futura D’Aprile, giornalista esperta in Difesa, ha parlato delle armi non utilizzate che vanno a incrementare il redditizio commercio clandestino già presente prima della guerra dall’Ucraina verso i Balcani, con la possibilità che le armi finiscano nelle mani dei gruppi estremisti attivi nel paese.
“Così è successo per i vecchi arsenali libici – ha detto la relatrice – che sono andati ad alimentare il traffico illegale in tutto il Sahel, con l’aumento dei conflitti e il proliferare di gruppi armati jihadisti. Gli Stati faticano a contrastare questa tipologia di traffico per la difficoltà a intercettare le armi nel momento in cui escono dal circuito legale, ma è anche diffusa la consuetudine di aggirare le leggi che dovrebbero regolare il commercio di materiale bellico. Occorrerebbe una maggiore trasparenza da parte dei governi, stimolata da un monitoraggio più attento da parte della società civile”.
L’intervento di Maurizio Brutti, già funzionario al Segretariato Generale Interpol di Lione, ha spostato l’attenzione dalla prospettiva scientifica e giornalistica a quella operativa, presentando con passione la sua esperienza trentennale nell’ambito delle indagini antidroga in contesto nazionale e internazionale. Il confronto e lo scambio operativo tra le forze di polizia di diversi paesi ha un ruolo decisivo per contrastare fenomeni criminali sempre più pervasivi. Fenomeni che per la loro complessità richiedono un approccio multidisciplinare, dato che le rotte del narcotraffico sono spesso le stesse del traffico di armi e della tratta degli esseri umani.
Passando da una dimensione globale a uno sguardo sul nostro territorio, il Vicario del Questore Alberto Somma, sulla base del lavoro svolto nella DIA, ha sottolineato che non esiste zona di Piemonte e Val d’Aosta dove non siano presenti infiltrazioni da parte delle mafie. E in conclusione ha rivolto ai docenti un invito a lavorare in sinergia, riconoscendo alla scuola un ruolo fondamentale nel contrasto alla cultura mafiosa.
La formazione delle coscienze, l’educazione alla legalità, alla responsabilità e alla giustizia sociale possono fare da antidoto a ogni forma di violenza e di sopraffazione su cui si fondano mafie e guerre.
Il terzo incontro si terrà giovedì 16 novembre sempre all’Istituto “A. Monti”, dalle 16 alle 19, e avrà come tema la tratta degli esseri umani.