«Libertà per Chico Forti»

Giovanni Boccia e Elisabetta Lombardi hanno organizzato un sit-in in Stazione a sostegno del nostro connazionale che da oltre 20 anni è recluso in un carcere di massima sicurezza in Florida

ASTI – Al di là del fatto che ricoprano incarichi istituzionali, l’iniziativa di Giovanni Boccia e di Elisabetta Lombardi non ha colori politici. Nelle vesti di cittadini, infatti, desiderano sensibilizzare e porre all’attenzione degli astigiani il fatto di un italiano detenuto negli Stati Uniti d’America, a Miami. Parliamo di Chico Forti, che da oltre vent’anni si trova in una cella della Florida per l’omicidio di Dale Pike, gridando la sua innocenza e chiedendo l’intervento dell’autorità italiana.

L’uomo è stato condannato da una giuria popolare per un omicidio in concorso con ignoti, senza prove, testimoni, impronte, arma del delitto e movente. Pare dunque un caso di malagiustizia, a cui Boccia e Lombardi vogliono dare ribalta: per questo, nel tardo pomeriggio di mercoledì, hanno srotolato uno striscione davanti alla Stazione Ferroviaria per sostenere la libertà per Chico Forti, iniziando dalla revisione del processo.

«Probabilmente c’era e sa qualcosa dell’omicidio – ha rivelato Giovanni Boccia a noi di Dentro la Notizia – ma crediamo non sia lui il colpevole. Le nuove prove del team italiano che si occupa del caso fanno auspicare che il processo possa essere almeno revisionato. Tuttavia, se fosse davvero colpevole, il nostro desiderio è che, dopo 22 anni, almeno possa terminare l’ergastolo in un carcere italiano».

Vicini moralmente a Forti e alla sua famiglia, Boccia e Lombardi hanno concluso dicendo: «C’è un precedente che ci consola, quello di Silvia Baraldini. Condannata a 43 anni di carcere in America per “associazione con finalità di terrorismo”, ma in realtà per non aver ucciso nessuno, fu scarcerata nel 2006 dopo 23 anni di reclusione».

Ci sono dunque precedenti ed estremi per rivedere il caso Forti che, come detto infine da Boccia, “puzza di bruciato”.

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