Leggende e presunti fenomeni paranormali in Piemonte: un tuffo nell’ignoto con l’E.P.A.S.
L’associazione culturale si occupa di misteri e storia, contribuendo a divulgare la conoscenza di luoghi incantati della nostra Italia
Il Piemonte custodisce un vasto patrimonio di castelli e dimore storiche, testimonianze del suo passato e dell’amore per l’arte delle sue genti. Luoghi ricchi di suggestioni e fascino, spesso aperti al pubblico e utilizzabili per eventi. E alcuni di essi conservano la memoria di antiche leggende, tramandate da secoli ma prive di prove tangibili; praticamente delle storie interessanti, che arricchiscono il variegato folclore della nostra bella regione. Ma per dirla tutta, non c’è castello che si rispetti senza il suo “fantasma”… E questa settimana vogliamo parlarvi di alcune entità soprannaturali – tra cui la Dama bianca o il Re Grissino – più o meno famose, che secondo le leggende dimorano nei castelli e nelle ville del nostro territorio. Storie che possono far scaturire un brivido di curiosità e la voglia di scoprire l’ignoto. Ma soprattutto, che danno semplicemente un motivo in più per visitare i luoghi di grande interesse di cui l’intero territorio è costellato. Ne abbiamo parlato con Massimiliano Maresca, presidente internazionale dell’Associazione E.P.A.S. (European Paranormal Activity Society), che da 7 anni studia e porta alla luce i misteri e le leggende del territorio italiano, dell’Europa e del mondo.
Presidente, cos’è un fenomeno paranormale?
È qualcosa di inspiegabile, sia dal punto di vista razionale sia scientifico. Sulla scia di una moda diffusa vent’anni fa negli Stati Uniti, sono nate intorno al 2010 decine di associazioni di ricerca di fenomeni paranormali, o meglio, gruppi alla ricerca più che altro di una notorietà che in quel periodo la Tv e i social consentivano di raggiungere con facilità. Una tendenza che ha toccato un apice, e che poi è iniziata a calare. Sono rimasti in piedi i team che, trasportati da una vera passione per il paranormale, sono stati capaci di allargare i propri orizzonti. Tra questi c’è il mio, a oggi il più grande in Italia e probabilmente uno dei più grossi in Europa.
Com’è nata l’E.P.AS.?
Anche la mia associazione, in un primo tempo, è nata dall’influenza americana, tant’è vero che una decina d’anni fa partecipammo alla realizzazione di alcune puntate del programma “Mistero” di Italia1. Ma, come anticipato, abbiamo in seguito scelto d’intraprendere una strada differente e nel 2010 è stata fondata l’E.P.A.S., che si staccava dall’idea di andare a caccia di “fantasmi”, o meglio di “apparizioni” all’interno di luoghi storici. Da subito è entrato nel team Pippo Ferrara, attuale vicepresidente, che da oltre 30 anni si dedica della ricerca dei fenomeni anomali. Nel tempo ci siamo evoluti e il passo decisivo lo abbiamo compiuto nel 2013, quando l’E.P.A.S. è diventata un’associazione culturale riconosciuta dal Miur, Ministero dell’Interno e Ministero del Lavoro, nonché affiliata all’Encap (Ente Nazionale di Promozione Sociale).
La vostra è dunque un’associazione culturale.
Il nostro è un Istituto di ricerca e studio dei fenomeni paranormali che, contemporaneamente, riveste un ruolo importante nella rivalutazione storico-culturale di un territorio o di un antico maniero di grande valenza ma ancora poco conosciuto, poco visitato o non giustamente apprezzato.
Aiutiamo e sosteniamo la promozione turistica di luoghi che vale la pena di conoscere, attraverso le nostre ricerche e l’organizzazione di eventi studiati ad hoc. Ma non solo. Ultimamente abbiamo creato una divisione chiamata “Mysteria”, che si occupa esclusivamente di realizzare documentari sui luoghi che abbiamo visitato, raccontando ovviamente le indagini effettuate e i risultati ottenuti, le leggende da sfatare e quelle a cui non si dà ancora spiegazione, ma soprattutto descrivendo le peculiarità storico-culturali di cui sono custodi.
Com’è strutturata l’Associazione?
A oggi l’Associazione raggruppa in Italia circa 60 persone con decine di sezioni provinciali, ognuna delle quali è indipendente e volta a studiare i misteri e le leggende del proprio territorio di competenza. Ma siamo in evoluzione anche in questo ambito, perché dal 2019 scioglieremo le sezioni e creeremo una struttura organizzativa in stile aziendale: ci saranno dei Capi-funzione che coordineranno il lavoro dei delegati provinciali.
Qual è il vostro approccio alle indagini sui presunti fenomeni paranormali?
Il nostro approccio è di tipo tecnico; ci avvaliamo del supporto di strumenti che si adattano a questo tipo di ricerca, secondo quel poco che si conosce in questo campo, ancora ignoto e sconosciuto. Richiediamo i permessi scritti per entrare in qualsiasi luogo oggetto dell’indagine, e rispettiamo la privacy degli edifici se non espressamente autorizzato dal proprietario o ente gestore.
Nel 2014 è nato anche “E.P.A.S. Network”.
Nell’ottica di diffondere il nostro modus operandi ai gruppi esistenti fuori dai confini italiani, nel 2014 abbiamo dato vita a questo progetto, coordinato dal Segretario internazionale Daniel Blom, un olandese che per primo ha sposato e condiviso i nostri ideali. Attualmente, il progetto coinvolge decine di gruppi in tutta Europa, fino ad approdare in Argentina e negli USA, India e Australia.
Quali apparecchiature utilizzate per condurre le indagini?
Siccome non sappiamo cosa andiamo a ricercare, usiamo vari tipi di strumenti molto comuni, ai quali sono state apportate alcune modifiche. Per le nostre indagini usiamo apparecchiature video-fotografiche che, oltre a riprendere immagini nel campo del visibile, sono in grado di sconfinare ai lati dello stesso, ovvero l’ultravioletto e l’infrarosso. Quindi disponiamo di macchine video-fotografiche convenzionali (solo campo visibile), macchine IR (modificate per “vedere” nel campo dell’infrarosso), macchine UV (modificate per “vedere” nel campo dell’ultravioletto) e macchine dette “full spectrum” (modificate per vedere in tutti i campi del visibile, infrarosso e ultravioletto). Tra gli altri, usiamo termocamere, rilevatori di movimento, rilevatori di vibrazioni chiamati impropriamente geofoni, misuratori di campi elettromagnetici, registratori sofisticati per rilevare le cosiddette “electronic voice fenomena” (evp). Le immagini e le registrazioni vengono poi mandate al laboratorio per essere analizzate a 360°.
Quali risultati ottenete dagli esami di laboratorio?
Diciamo che, nel 90% dei casi, i presunti fenomeni paranormali sottoposti alle nostre indagini trovano una spiegazione razionale. Tuttavia, in rarissime occasioni i risultati hanno fatto emergere delle anomalie di cui non si può dare spiegazione. Custodisco gelosamente un archivio personale con circa una cinquantina di foto “non spiegabili”; immagini che ho scelto di non pubblicare nemmeno sul nostro Sito, per evitare che vengano manipolate.
Avete effettuato indagini ad Asti?
A maggio del 2017 siamo stati chiamati in un castello di Cortanze, dove secondo la leggenda dimorerebbe una nobildonna morta suicida. Numerosi sono stati gli “avvistamenti” in questo luogo, ma dopo una nottata di lavoro, noi abbiamo riscontrato fenomeni decisamente deboli.
In quali altri luoghi del Piemonte siete stati?
Tra gli altri, siamo stati al castello di Galliate (NO), a palazzo Madama (TO), al castello di Banchette (TO) e in molti altri incantevoli posti piemontesi in cui abbiamo svolto indagini che hanno dato esiti davvero interessanti, tra cui un altro castello nel Torinese e il Forte di Fenestrelle (TO), un luogo a cui siamo molto affezionati.
Perché? Cosa avete rilevato al Forte di Fenestrelle?
Sono numerosi gli avvistamenti, in momenti e posti diversi, della figura di un soldato della Marina Militare che pare gestisse il Forte a metà Ottocento. Dalle nostre indagini, in particolare dalle nostre foto, in taluni casi si nota una formazione nebulosa, un’ombra molto scura e densa, un ectoplasma che sembra effettivamente materializzarsi nella forma di un soldato. Senza contare le grandi emozioni vissute nei sotterrai del Forte, dove in passato venivano imprigionate le famiglie di ufficiali inglesi. In una delle tante registrazioni, si sente una voce di un bambino che sembra dire “danger”, pericolo.
Parliamo della “Dama bianca”.
In un castello piemontese vige la leggenda della “Dama bianca”. Anche in questo caso abbiamo provato forti sensazioni. Dall’esame di una fotografia che ho scattato personalmente, si vede molto bene la figura di quella che sembra davvero una dama bianca riflessa dietro a un vetro. Si nota il vestito bianco con un scollatura prominente, una collana con un cammeo e una lunga chioma. Il viso è purtroppo poco definito. Secondo noi, la Dama bianca l’abbiamo trovata!
Siete anche stati chiamati alla Reggia di Venaria Reale. Perché?
Un’altra bella esperienza. Alla Reggia di Venaria vige la leggenda del Re Grissino. Secondo il mito, tutte le notti di plenilunio lo si vedrebbe apparire nelle vecchie scuderie sul suo cavallo, mentre nella mano destra tiene un grissino illuminato. Come per Asti, anche qui le nostre indagini non hanno ottenuto i riscontri sperati, a parte una foto scattata da Pippo Ferrara in cui pare intravedere una forma nebulosa simile a quella di un cavallo.
Non solo castelli… anche case private.
Ricordo bene l’esperienza in una casa privata di Collegno, i cui proprietari denunciavano la presenza di un “Poltergeist”, un fenomeno che consisterebbe nella manifestazione di fatti apparentemente inspiegabili – tra cui oggetti che prendono fuoco o che volano per la stanza – che si verificavano solo quando c’è la presenza di un medium, anche inconsapevole. Una sorta di “psicocinesi spontanea” a cui non si è data spiegazione.
Qual è l’esperienza più forte vissuta sulla sua pelle?
Al castello di Vigevano a Pavia. Secondo le leggende, le “presenze” traggono energia dalle persone più deboli per manifestarsi in un certo luogo. Quel giorno non stavo per niente bene, tanto che mi sono sentito svuotare. Era come se una lama mi avesse attraversato la schiena. Poi sono uscito e mi sono ripreso, ma quest’esperienza non la dimenticherò.
Per altre info, visitare il sito dell’associazione http://www.europeanpas.it/