Nuova edizione per l’Opera Jocunda di Giovan Giorgio Alione.
Non si sa che cosa spinse Giovan Giorgio Alione, oscuro nobile astigiano di un’antica famiglia locale e politico filofrancese, a pubblicare a stampa la sua Opera Jocunda plurilingue, il 12 marzo del 1521 ad Asti. Oltre a diversi componimenti in francese e uno in lingua macaronica, Alione scrisse dieci farse e sei poesie in astesan, il dialetto di Asti dei suoi tempi, che costituiscono una straordinaria testimonianza di una lingua locale tra l’età tardomedievale e quella rinascimentale.
Destinate probabilmente a essere recitate in contesti carnevaleschi, restituiscono la vivacità della lingua parlata, la variazione dialettale del Piemonte dell’epoca, e, soprattutto, rappresentano in modo efficace il periodo storico che Asti, al tempo dominio francese, stava passando, attraverso le interazioni bilingui tra francesi e astigiani.
La figura di Alione, purtroppo ancora poco nota, riveste dunque un’importanza eccezionale per la storia linguistica e culturale non solo piemontese, ma anche italiana ed europea.
Lorenzo Ferrarotti
“Asti, 1521: una terra da solacz. L’Opera Jocunda di Giovan Giorgio Alione”
Edizione critica delle parti in astigiano con introduzione, profilo linguistico, traduzione e commento.
Prefazioni di Mario Chiesa e Riccardo Regis
Il volume offre una nuova edizione delle opere in astigiano, corredate da traduzione, note, un’introduzione generale e un ampio profilo linguistico.
Lorenzo Ferrarotti è ricercatore in glottologia e linguistica presso il Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Straniere dell’Università degli Studi di Bergamo.
Questo il link per prenotare una copia del volume:
https://www.studipiemontesi.it/in-uscita-lopera-jocunda-di-giovan-giorgio-alione/
“Come Gruppo La Ghironda – dice Tiziana Miroglio – abbiamo collaborato negli scorsi anni con il Dipartimento di Studi Umanistici di Torino e poi con il ricercatore Lorenzo Ferrarotti che si é occupato, in particolare, dell’Opera Jucunda di Giovan Giorgio Alione, portando in scena tre sue opere, integrando la musica dell’epoca con il testo recitato, usufruendo della nuova traduzione dell’opera stessa”.