“La matematica è per pochi?”: l’Istituto Artom organizza un seminario per docenti sabato 13 aprile

Il corso prevede al mattino una parte teorica all’Uni Astiss, mentre le attività laboratoriali si terranno nel pomeriggio nella sede dell’Artom in via Romita

ASTI – L’Istituto Artom di Asti organizza un seminario di matematica, sabato 13 aprile dalle 8:30 alle 18:30.  Il corso, aperto a tutti, si rivolge in particolare ai docenti di ogni ordine e grado. Il seminario si divide in due fasi principali: la prima parte sarà teorica e si terrà all’Uni Astiss, dove relatori esperti racconteranno le proprie esperienze e presenteranno le attività laboratoriali (una ventina) che si terranno invece nel pomeriggio alla sede dell’Artom, in via Romita 42. Al momento ci sono 170 docenti iscritti al seminario, provenienti da più parti d’Italia. Saranno poi accessibili delle piattaforme in cui i docenti potranno confrontarsi, condividere materiali e documenti.

“L’intento dell’iniziativa è quello di dare ai docenti degli spunti, delle proposte, che poi potranno sviluppare con i propri allievi – ha spiegato stamattina in conferenza stampa Valeria Dorigo, prof.ssa di Matematica all’Artom -. L’idea è che l’insegnamento della matematica dovrebbe essere approcciato in maniera diversa. Attualmente l’insegnamento non è coinvolgente. Abbiamo constatato che gli allievi sono più stimolati a sforzarsi se c’è interesse, curiosità, piacere nell’imparare qualcosa di nuovo.  L’apprendimento è un processo complesso e faticoso, ma la fatica è giustificata dalla curiosità”.

La prof.ssa Dorigo ha aggiunto: “La matematica richiede procedure più rigide e logiche, ci vuole un linguaggio tecnico coerente. Durante il seminario si toccheranno vari aspetti della materia in maniera più giocosa, che non vuol dire superficiale ma meno formale e rigida. Gli insegnanti universitari parleranno di matematica e geometria, ma anche di cristalli. Ta le altre, si utilizzerà la piegatura della carta, si userà la calcolatrice in maniera creativa. Spesso i ragazzi identificano una materia con il prof che gliela insegna. Più la materia è difficile, più fanno resistenza a imparare. L’apprendimento vero avviene quando si manipola un oggetto, o un concetto, all’interno di una situazione laboratoriale. Durante la pandemia non era possibile, e abbiamo anche pensato che forse la tecnologia avrebbe potuto sostituire gli insegnanti nel processo di apprendimento. E invece no. È fondamentale manipolare concretamente un concetto per far si che attecchisca. Ci auguriamo che gli oltre 170 docenti iscritti catturino degli spunti per sollecitare l’apprendimento dei loro studenti”.

“La matematica che vorrei è inclusiva, in quanto abbraccia una moltitudine di modi diversi di ragionare – ha aggiunto il dirigente dell’Artom, Franco Calcagno -.  La matematica che vorrei non è un blocco monolitico, ma un bouquet di fiori dal quale ognuno può estrarre quello il cui odore lo seduce di più, quello il cui colore gli si addice di più.

La matematica è una disciplina del pensiero che affila e affina la mente; è un caos ordinato e a volte è difficile, ma tutte le cose davvero importanti lo sono. La matematica, la fisica, le scienze, la scuola in generale servono per uno scopo: saper stare al mondo in modo consapevole”.

Calcagno ha aggiunto: “La matematica che ci hanno abituati a fare è in bianco e nero, basta un foglio di carta e una penna. Invece la matematica dovrebbe essere colorata.

Ricordiamoci che non si può pensare di leggere un capitolo di un libro matematico capendolo immediatamente; occorre riflettere riga dopo riga, talvolta spendendo molto tempo per capire prima di riuscire a procedere oltre. Non ci si deve però scoraggiare e non bisogna avere paura di sbagliare. Contrariamente a quanto si pensa troppo spesso, i matematici fanno tantissimi errori. Sbagliano in continuazione. Ma imparano anche dai loro errori, e con l’esperienza sbagliano meno e usano i loro errori in maniera creativa. Possiamo quindi sbagliare anche noi. Perché solo sbagliando riusciamo a comprendere il nostro errore, a non commetterlo di nuovo e a non farne di più gravi. Talvolta significa cadere, farsi male, prendere un 3, prendersi un rimprovero, ma allo stesso tempo significa crescere”.

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