Un “lustro” in biblioteca

Roberta Bellesini parla dei suoi primi 5 anni in Fondazione e di Giorgio. Lunedì presenterà a Torino “La ricetta della mamma” e a maggio volerà a Manhattan per “L’ultimo giorno di sole”

ASTI – Tutto ciò che porta alla crescita di una società e dei suoi individui deve passare anche dalla biblioteca, che identifica il luogo di sintesi e rinnovamento della cultura. Accessibilità, multiculturalità, epicentri del benessere e dell’equilibrio di ogni comunità, le biblioteche di tutto il mondo vivono un’evoluzione costante e hanno un’aurea di sacralità, perché custodiscono il sapere. Dalla fine dell’agosto del 2014, Roberta Bellesini è presidente della Fondazione Biblioteca Astense – prima donna a ricoprire questo ruolo nella nostra città – la cui sede a palazzo del Collegio è stata intitolata al marito Giorgio Faletti. Le rivolgiamo qualche domanda per sapere come sono stati questi primi 5 anni, qual è la sua visione di biblioteca contemporanea e quali iniziative l’hanno vista o la vedranno protagonista nei prossimi giorni.

Qual è il bilancio di questi primi 5 anni alla guida della Fondazione?
All’inizio è stata un’esperienza formativa soprattutto per me, anche perché coloro che mi hanno preceduto avevano una spiccata preparazione. Non nascondo una grande soddisfazione per i risultati ottenuti, ma anche un gran senso di responsabilità, perché la biblioteca è l’ente culturale più importante e di riferimento per la città. L’accoglienza è stata entusiasmante, da parte di tutto il team in generale e della direttrice Donatella Gnetti in particolare. Abbiamo lavorato molto bene e in maniera proficua fin da subito. C’è anche da dire che il mio arrivo ha coinciso con un radicale cambiamento, vale a dire il trasferimento della biblioteca (dopo 140 anni) nell’attuale sede del palazzo del Collegio. Dopo soli 141 giorni di chiusura, la Biblioteca Astense ha riaperto al pubblico in via Goltieri il 20 gennaio 2015. È stata una bella prova.

Quanto è stato importante, in questo, l’apporto e il sostegno dei suoi collaboratori?
Fondamentale. Un conto è conoscere e frequentare una biblioteca, un altro è trovarsi a esserne la persona di riferimento, sia all’interno sia nei rapporti con le altre istituzioni. Tutti si sono resi disponibili a mettermi al corrente di come funzioni la gestione di questo ente, facendo anche presente che parliamo di una situazione un po’ ibrida… La nostra non è una biblioteca civica, ma una Fondazione di diritto privato. Si intersecano dunque situazioni differenti: se da una parte questo fatto ci dà molta libertà nell’ambito dell’organizzazione di eventi, partecipazione di bandi e ricerca di sponsor privati, dall’altra occorre sottolineare la difficoltà nel reperire, fuori dai finanziamenti pubblici, i fondi necessari per la gestione ordinaria e straordinaria della biblioteca. Nonostante le difficoltà di questi anni, la joint venture che guido dà grandi soddisfazioni e il bilancio è positivo.

Può, oggi, una biblioteca incuriosire e affascinare le generazioni dell’iPhone e dell’iPad?
Credo proprio di sì! In questi ultimi anni stiamo lavorando affinché il polo culturale diventi sempre più “appetibile” ai giovani; cerchiamo di dare alla biblioteca una fisionomia veramente contemporanea. Notiamo un aumento di richiesta di risorse e servizi digitali, come del download degli e-book e dell’utilizzo dei quotidiani online. Ma il risultato migliore è quello del prestito interbibliotecario, in crescita grazie in particolare al contributo dei lettori forti.

Qual è il suo libro del cuore?
Mi sono ritrovata a sfogliarlo recentemente. È un libro scritto da mio marito Giorgio, ambientato negli Stati Uniti, un posto che abbiamo amato molto. Le ricerche per la realizzazione del volume ci hanno portato in Arizona, Utah e Nevada per diversi mesi. Indimenticabili. Se devo pensare al libro del cuore, penso a “Fuori da un evidente destino”.

Parliamo dell’inedito di Giorgio.
Venerdì scorso al megastore Mondadori di Piazza del Duomo a Milano, c’è stata la presentazione ufficiale del nuovo singolo di Dodi Battaglia, “Un’anima”, unico pezzo inedito del suo ultimo album intitolato “Perle”. Il brano porta la firma di Giorgio; l’ex chitarrista dei Pooh ha lavorato sulle musiche, con una breve aggiunta al testo di mio marito. Questa canzone è intensa, una perla in più che impreziosisce una raccolta di brani emozionanti.

E altri grandi eventi si terranno a breve.
Lunedì 25 marzo, alle 15, nella Sala Giovanni Agnelli del Centro Congressi Unione Industriale di Torino presenterò con Gabriele Ferraris “La ricetta della mamma”, un piccolo gioiello noir di Giorgio edito da La nave di Teseo. Durante l’evento, organizzato nell’ambito del ciclo d’incontri “Caffè Letterari 2019”, sarà anche proiettato il trailer del corto tratto dall’omonimo racconto, con la partecipazione degli attori Giulio Berruti e Andrea Bosca. Altra bella novità, e altro punto d’orgoglio, è il fatto che “L’ultimo giorno di sole”, lo spettacolo di prosa scritto da mio marito, è stato selezionato per il festival “In Scena!” di New York e sarà rappresentato nella rassegna di Manhattan con due repliche il 7 e il 12 maggio.

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