CASTELL’ALFERO – Un momento di grande emozione e riflessione è stato vissuto oggi pomeriggio a Castell’Alfero, precisamente in regione Valle, lungo la via che porta alla chiesetta romanica della Madonna della Neve, all’altezza di strada Morra.
Lì è stata inaugurata una panchina rossa, simbolo di lotta alla violenza di genere, nell’ambito delle iniziative organizzate in occasione della Giornata internazionale della Donna.
La panchina è frutto dell’idea, dell’impegno e del lavoro delle donne del gruppo R-Evoluzione, molto attivo in paese. A prendere la parola è stata la referente Elisa Bosso: “L’idea di posizionare a Castell’Alfero una panchina rossa è nata a novembre scorso dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin che ha scosso le coscienze di tutta Italia. La panchina Rossa è il simbolo del rifiuto della violenza contro le donne, in tutte le sue forme, in particolare quella estrema che è il femminicidio”.
L’iniziativa di posizionare le panchine rosse è nata a Torino nel 2014, ma ben presto si è diffusa in tutta d’Italia. Essa costituisce un richiamo costante alla donna assente, perché indica il posto lasciato vuoto nella società da una donna vittima di femminicidio. Nel 2021 è stato registrato il marchio “panchine rosse” per evitare che il simbolo venisse sfruttato per finalità politiche.
“Anche noi ci siamo inserite nel Sito, come dirà tra poco Laura Raineri che ha compiuto l’operazione passo dopo passo – ha aggiunto Elisa Bosso –. Ogni comune sceglie una frase che costituisce l’invito a riflettere su questo tragico fenomeno che non ha tregua. Noi abbiamo voluto rendere omaggio alla poetessa Alda Merini, traendo versi dalla sua poesia ‘Farfalle libere’: Ma da queste profonde ferite usciranno farfalle libere”.
Il luogo scelto è un po’ fuori dal centro storico, ma “su questa strada passano molte persone di età diverse – ha continuato Bosso -. Persone che vanno a passeggio e in bicicletta, ragazzi che si allenano per la pratica dell’atletica, gente che si dirige alla chiesa romanica della Madonna della Neve”.
“La data espressamente dedicata alla lotta contro la violenza sulle donne è il 25 novembre, di cui sono simbolo anche le panchine rosse e le scarpette rosse. Noi invece abbiam scelto l’8 marzo perché è la giornata internazionale dei diritti della donna. Abbiamo voluto dare un sapore di festa e di convivialità, ovviamente accompagnati da riflessioni sul ruolo importantissimo che le donne rivestono nella società. Un ruolo a volte riconosciuto e valorizzato, a volte tradito, rubato dagli uomini”, ha concluso Bosso.
La consigliera Laura Raineri ha spiegato: “Il logo delle panchine rosse è un marchio registrato fin dalla sua nascita ed è di proprietà dell‘associazione Stati Generali Delle Donne, che ha proprio il compito di promuoverne il ruolo sociale. Come Amministrazione comunale abbiamo inviato una mail all’indirizzo indicato sul sito delle panchine rosse, per chiedere l’autorizzazione a ricevere il logo, ad apporlo sulla panchina. Dopo quest’inaugurazione avremo la possibilità di inviare una foto che attesta proprio la presenza e la posizione della panchina, affinché chiunque avrà possibilità di vederla sul Sito, all’interno di una mappa generale”.
Prima di scoprire la panchina, il sindaco Elisa Amerio ha detto: “Come Amministrazione comunale desidero ringraziare il gruppo R-evoluzione per l’iniziativa. A Castell’Alfero qualche piccolo segnale lo abbiamo dato ospitando nei mesi scorsi nel salone del castello la mostra itinerante di SOS donna ‘Non Crederci!’ contro la violenza di genere. Con la panchina possiamo dare un segnale ancora più forte, perché è visibile a chiunque. Ringrazio anche per la data, perché questa è la giornata dei diritti della donna. Oggi più che mai dobbiamo tutelare il diritto alla vita”.
L’inaugurazione della panchina ha dato inizio a un pomeriggio intenso dal titolo “Donne. Mistero senza fine bello”, realizzato con il patrocinio del Comune.
Successivamente ci si è spostati in piazza Castello dove ha preso il via un momento di festa, tra storie, poesie, musiche e arte dedicati alle donne all’interno del Salone Verde del Castello dei Conti Amico.
A partire dalle 16.30 sono intervenuti la scuola di danza di Vanessa Cardoso “Explosao dance school” di Asti, con una coreografia ideata da Alessia Gobbi; la pianista Manuela Avidano con la cantante Giulia Virelli; Laura Civiero, Paola Piglia e Ignazio Perniciaro della compagnia teatrale “Gli Erranti”; la scrittrice Alessandra Gianoglio con “Ritratti di donne”; la divulgatrice scientifica ambientale Maura Maria Rosa con “Donne e scienza” e l’ex sindaco di Chiusano Marisa Varvello con “Donne e politica”; l’artista eclettica Fatima Raviola.
Un pomeriggio vivace e dinamico che, tra riflessioni e divertimento, ha permesso di conoscere un po’ più da vicino il mondo delle donne che, come recita il titolo della giornata tratto da una poesia di Guido Gozzano, è un “mistero senza fine bello”.
Le donne del gruppo R-Evoluzione hanno proposto letture dinamiche relative alla storia delle Brusaje.
Inoltre, nella sala Boano c’è la mostra allestita per l’occasione con fotografie, dipinti e sculture di Piera Adorno, Livio Boscolo, Chawki Bouhadid, Fatima Raviola e Michela Squillacioti.
Al termine della manifestazione, intorno alle 18, seguirà un momento conviviale offerto dall’organizzazione.