ASTI – È stata inaugurata stamattina 2 agosto a Palazzo Mazzetti la più completa mostra antologica sull’arte di Carlo Carosso (Asti, 1953 – 2007), che intende celebrare nell’ambito della Douja d’Or l’opera e il genio dell’artista dei “Bacchi”.
La mostra, dal titolo “Carlo Carosso. Dioniso e Orfeo, poesia e colori del mito“, è realizzata dalla Fondazione Asti Musei, in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, il Comune di Asti e la Banca di Asti, ed è curata dal poeta Francesco Antonio Lepore e accompagnata da un catalogo con la prima monografia critica che esplora in modo esaustivo l’intera produzione artistica dell’artista italo-greco, di padre astigiano e madre dell’isola di Samo.
Nelle sale di Palazzo Mazzetti – che hanno ospitato già le opere di Chagall, Boldini e Caravaggio – si è voluto ricreare con oltre cento opere esposte un percorso affascinante attraverso le diverse anime dell’ispirazione di Carlo Carosso: quella ellenica, segnata dall’incontro con il poeta Ghiannis Ritsos e dalle famose cartelle di xilografie acquerellate; quella astigiana, con i tralci di vite, gli acini, i tartufai e i borghigiani festanti; e quella orfica, con illustrazioni per autori come Ritsos, Lèopold Sèdar Senghor, Titos Patrikios e Edoardo Sanguineti.
In mostra, oltre a dipinti e sculture, per la prima volta riuniti anche i due drappi del Palio del Giubileo con i tre bozzetti che li hanno ispirati, oltre a piatti in ceramica di Samo e Albissola, grafica, libri ed etichette d’autore, tra cui le famose etichette dei “Bacchi” che promuovono i più grandi vini di Langhe e Monferrato.
La mostra include inoltre un repertorio di opere esposte per la prima volta, offrendo una visione completa del contributo di Carosso all’arte contemporanea. Un’opera singolare dell’artista, un olio su cartone di pizza realizzato per un’asta benefica a favore delle vittime dell’alluvione di Asti del 1994, fa da copertina alla mostra. L’opera raffigura idealmente Bacco e Orfeo, le due anime guida dell’evento, con al centro lo scudo cittadino coronato e la scritta “Ast”, sottolineando il profondo legame dell’artista con le radici contadine del suo territorio.
Questa mostra rappresenta un’occasione unica per esplorare la ricca e variegata produzione artistica di Carlo Carosso, e per riscoprire l’eredità culturale che ha lasciato.
L’esposizione ospitata a Palazzo Mazzetti sarà visitabile tutti i giorni, dalle 10 alle 19 (ultimo ingresso ore 18) dal 2 agosto al 20 ottobre.
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