Il contesto imprenditoriale astigiano: a fine 2022 si contano 22.964 sedi d’impresa, con un calo di 270 unità rispetto all’anno precedente

Si conferma però positivo il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni non d’ufficio

A fine 2022 il sistema imprenditoriale della provincia di Asti conta 22.964 sedi d’impresa, facendo segnare un calo di 270 unità rispetto all’anno precedente (-1,16%). Si annulla quindi il trend positivo del 2021 (+53 unità) dovuto evidentemente all’effetto rimbalzo generato dalla pandemia.

Nel 2022 si conferma però ancora positivo (+56 unità) il bilancio tra nuove iscrizioni (1.195) e cessazioni non d’ufficio (1.139) e pertanto il tasso di sviluppo si attesta a +0,24%, in linea con l’anno precedente e con la media piemontese (+0,25%), ma inferiore al dato nazionale (+0,79%).

Lo dicono i dati diffusi dall’Ufficio Informazione e Sviluppo Economico della Camera di commercio Alessandria-Asti.

Guardando all’andamento degli ultimi 10 anni, escludendo il 2021, si osserva una progressiva diminuzione delle sedi d’impresa: in 10 anni si sono perse oltre 1.900 aziende, con punte più elevate negli anni 2013 e 2014.

Tuttavia nel 2022 il tasso di sopravvivenza delle imprese a 3 anni dal loro avvio si attesta al 71,7%, e risulta lievemente superiore rispetto a 10 anni prima (69,6%).

Se prendiamo in considerazione, oltre alle sedi d’impresa, anche le unità locali delle imprese plurilocalizzate, il tessuto imprenditoriale astigiano arriva a 28.283 aziende. Le localizzazioni sono cresciute di 71 unità rispetto al 2021 compensando in parte il trend negativo delle sedi d’impresa.

Nonostante le aziende siano diminuite, il totale degli addetti al 31 dicembre 2022 si attesta intorno alle 61.000 unità e segna una crescita di oltre 1.500 addetti rispetto all’anno precedente. Rapportando il dato a 10 anni prima si riscontra però un calo di circa 330 unità lavorative. Il 65% degli occupati è inquadrato con contratto di lavoro subordinato, mentre per il restante 35% si tratta di addetti famigliari. Rispetto all’anno precedente gli addetti familiari sono diminuiti di circa 550 unità, ampiamente compensate dai contratti di lavoro subordinato che sono aumentati di oltre 2.000 unità.

Sotto il profilo della forma giuridica, il 65% delle aziende è costituito in forma individuale, il 19% sotto forma società di persone e il 14% di società di capitale.

In un contesto strutturale molto parcellizzato in cui le microimprese con meno di 10 addetti rappresentano il 96% del totale è importante favorire l’ammodernamento tecnologico e digitale dei processi produttivi, sottolinea Gian Paolo Coscia, Presidente della Camera di Commercio di Alessandria-Asti. E’ noto che quanto più le aziende sono piccole, quanto più è difficile porre in atto interventi innovativi, entrare sui mercati esteri, acquisire buoni livelli di competitività. Per queste ragioni la Camera è da sempre impegnata in iniziative volte a favorire i processi di modernizzazione delle PMI, attraverso la realizzazione di percorsi formativi, l’erogazione di contributi a sostegno degli investimenti innovativi, l’organizzazione di iniziative per accrescere il grado di internazionalizzazione delle aziende del territorio.

 Andamento dei settori economici

L’agricoltura, con 5.745 imprese registrate, rappresenta un quarto del tessuto economico provinciale. Rispetto all’anno precedente il comparto ha perso 118 unità produttive, ma ha visto aumentare il numero di lavoratori subordinati. Il contesto astigiano si conferma in linea con i trend risultanti dalle prime analisi dei dati del 7° Censimento dell’agricoltura da cui emerge un calo del numero delle imprese, accompagnato però da un ampliamento della dimensione aziendale. Sostanzialmente la superficie utilizzata resta invariata, si riduce il numero degli addetti famigliari, ma al tempo stesso aumentano gli addetti subordinati. La perdita di imprese ha interessato principalmente la viticoltura (-90 unità), la cerealicoltura (-31 unita) e l’allevamento di bovini (-17 unità). Per contro si è registrata una crescita di imprese che coltivano alberi da frutta, frutti di bosco e frutta in guscio. In particolare si osserva una crescita di quasi 1.000 ettari della superficie destinata alla produzione del nocciolo passata da 5.298 ettari nel 2018 a 6.200 ettari nel 2022.

Le attività commerciali a fine 2022 sono 4.497. Nel corso del 2022 si è registrata la perdita di oltre 120 esercizi operanti sia all’ingrosso che al dettaglio con conseguente riduzione del numero degli addetti (-264). Si riducono in particolare i negozi e i rappresentanti di prodotti alimentari, le attività di commercio porta a porta, il commercio ambulante, aumentano invece le attività di e-commerce.

Per quanto riguarda l’ambito turistico si registra una crescita delle attività ricettive (127 unità, +4 rispetto all’anno precedente) e, per contro, diminuiscono le attività della ristorazione (1.333 unità, -33 rispetto al 2022). Nello specifico si riduce il numero dei bar (-19 esercizi) e dei ristoranti (-14). Gli addetti del comparto a fine anno si attestano a oltre 4.700 unità, 378 in più rispetto all’anno precedente.

Le attività manifatturiere a fine 2022 sono complessivamente 1.912, 63 in meno rispetto all’anno precedente, con un numero di addetti che si aggira intorno alle 13.100 unità, di poco inferiore all’anno precedente. La riduzione più significativa interessa i settori del tessile abbigliamento, l’industria del legno, la metallurgia, la fabbricazione di macchinari e di componenti per l’automobile.

Il settore delle costruzioni, grazie agli incentivi statali per la ristrutturazione e l’efficientamento energetico, segna dati in crescita (3.581 unità, +57 rispetto all’anno precedente) e impiega oltre 7.300 lavoratori, il 3% in più rispetto all’anno precedente.

In crescita anche i servizi con 4.570 imprese (+32 rispetto all’anno precedente) e 13.745 addetti, oltre 1.000 in più rispetto al 2021. Aumentano in particolare i servizi di consulenza e gestione aziendale e i servizi alle imprese.

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Imprese giovanili, femminili e straniere

Le imprese condotte da giovani al di sotto dei 35 anni di età sono 1.912 e rappresentano l’8,3% del totale. Il saldo iscrizioni-cessazioni non d’ufficio è positivo per 192 unità e il corrispondente tasso di sviluppo si attesta a +9,9%, leggermente al di sotto del Piemonte (10,7%) e in linea con il dato nazionale (9,96%). L’apporto dei giovani si conferma importante per la crescita del sistema imprenditoriale della provincia. I settori in cui si conta il maggior numero di imprese gestite da giovani sono i servizi (430 imprese), il commercio (403 imprese), l’agricoltura (394 imprese), le costruzioni (299 imprese) e le attività ricettive e della ristorazione (173).

Le imprese condotte da donne sono 5.212 e registrano un tasso di sviluppo negativo (-0,69%), a fronte di un dato stazionario a livello regionale (-0,3%) e positivo a livello nazionale (+0,64%). L’incidenza rispetto al totale delle imprese è del 22,7%, lievemente superiore alla media piemontese (22,4%) e nazionale (22,2%). Gli ambiti di attività preferiti dalle donne imprenditrici sono l’agricoltura (1.552 aziende), i servizi (1.423), il commercio (1.113) e le attività ricettive e della ristorazione (493).

Continuano a crescere le imprese a titolarità straniera che raggiungono 2.611 unità e registrano un tasso di crescita del 5,5%. L’incidenza sul totale delle imprese è dell’11,4%, lievemente al di sotto della media piemontese (11,8%), ma superiore alla media nazionale (10,8%). Più di un terzo delle imprese straniere lavora nel settore edile (925 aziende), il 22,2% opera nel commercio, seguono i servizi (13,1%) e l’agricoltura (10,1%). Con riferimento al paese di origine, gli imprenditori stranieri provengono in larga parte da Albania (22,2%), Romania (13,5%) e Marocco (13,4%), seguono poi Macedonia (7,4%), Cina (5,4%), Svizzera (3,3%), Germania (2,7%), Francia (2,5%), Nigeria (1,6%), Egitto (1,5%).

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