I risultati di Anteprima Barbera 2021
Il massimo punteggio è andato alla Barbera d’Asti Docg di Agliano
“Una Barbera da Oscar” di Agliano ha ottenuto il massimo punteggio A+++ all’ultima edizione di Anteprima Barbera, l’annuale appuntamento promosso da Coldiretti Asti per fare il primo check-up del vino che verrà.
Venti le Barbere d’Asti, provenienti dai diversi areali della provincia di Asti, analizzate dal Centro Studi Vini del Piemonte diretto da Secondo Rabbione, altresì vice direttore Coldiretti Asti, per estrapolarne struttura, note organolettiche, tratti comuni e peculiarità.
Venti promettenti Barbere commentate, una a una, da Vincenzo Gerbi, professore ordinario di Scienza e Tecnologia degli Alimenti presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino.
Sotto esame: tasso di alcol effettivo, zuccheri riduttori, glucosio e fruttosio, alcol potenziale, acidità totale e volatile, pH, acido malico, acido lattico, acido tartarico, estratto totale, E.N.R, anidride solforosa totale e libera, aldeide acetica, rame, intensità e tonalità colore, flavonoidi totali e non antocianici e rapporto tannini-antociani.
A livello di alcol effettivo TAV, il valore più basso, a parte il Piemonte Barbera, è stato rilevato nella Barbera d’Asti doc di Albugnano (13,75% vol.); il più alto in quella di Vaglio Serra (17,04% vol.).
I risultati sono stati illustrati in un doppio appuntamento preso il Mercato Contadino di Campagna Amica giovedì 9 e martedì 14 dicembre alla presenza di enologi, giornalisti, assaggiatori, sommelier, produttori, esperti di settore, presidenti di Consorzi di tutela e autorità.
Attraverso una blind tasting guidata, i giudizi espressi sulle prime caratteristiche, identità e differenze tra le Barbere d’Asti docg di Castelnuovo Don Bosco, Asti, San Damiano, del moncalvese, del nicese, del canellese e della Valle Bormida hanno riscosso unanime consenso.
Complessivamente, i punteggi sono stati tutti alti e positivi: in prevalenza A e A+, qualche B, mentre il punteggio più basso è stato un B-C o, meglio, “non classificabile” motivato da problemi di vinificazione (arresto fermentativo).
“Su 20 campioni (ndr non necessariamente rappresentativi dei diversi territori), solamente in un caso la Barbera d’Asti non ha superato il test a causa di un problema di cantina – ha spiegato Gerbi. – Dalle analisi sono emerse interessanti caratteristiche, diverse per territorialità e scelta/ricercatezza individuale dei produttori, talvolta, anche estrema. Inoltre, in tutti i casi, le Barbere hanno dimostrato grande adattabilità. Gli assaggi sono risultati didatticamente interessanti e senza affaticamenti”.
In generale, la vendemmia 2021 è stata lunga e con uve, talvolta, raccolte, anche e forse, troppo mature. Ancora una volta, il cambiamento climatico ha aperto una riflessione seria sul modo di fare viticoltura: difficile pensare di spostare la viticoltura in montagna e, anche se la Barbera risulta essere particolarmente resistente, è più ragionevole provvedere a sistemi d’irrigazione dove necessario.
Accanto alla Barbera da “Oscar” di Agliano, altre “menzioni” sono state attribuite a quelle di Costigliole d’Asti, di Castelboglione e di Sessame.
Con un punteggio A++ la Barbera di Costigliole d’Asti, col suo profumo complesso, dal sapore equilibrato con note dolci e tannicità bassa, e con un’influenza territoriale molto forte è stata giudicata molto promettente e, per Gerbi, “potrebbe essere l’emblema”.
“Culturista”, invece, è stata definita la Barbera di Castelboglione, per la sua corposità particolarmente accentuata e l’intenso colore pressoché impenetrabile. “In bocca contrasto: siamo oltre la maturità. Uve appassite raccolte molto tardi”.
“Profumo modello”, infine, per la Barbera di Sessame, vino della comunità montana dal profumo pulitissimo e fresco, valutato A++.
“Grazie ai dati raccolti negli ultimi vent’anni – ha ricordato Rabbione, – abbiamo a disposizione una raccolta preziosa di analisi che consentirà una successiva rielaborazione dei dati stessi, finalizzata alla produzione di un dossier per una più puntuale caratterizzazione della Barbera d’Asti docg”.
Della necessità di un nuovo Disciplinare di produzione che, oltre ad aggiornare il presente ormai “vecchio”, vada nella direzione di requisiti sempre più rigorosi per elevare maggiormente la qualità e l’eccellenza della Barbera d’Asti docg ne ha parlato Marco Reggio Presidente Coldiretti Asti.
“In Piemonte dobbiamo lavorare per l’eccellenza, altrimenti non vale la pena di fare – è stato sottolineato da Filippo Mobrici del Consorzio di tutela della Barbera d’Asti e dei Vini del Monferrato.
“Occorre dividere le nostre produzioni per categorie – ha ribattuto Rabbione: – dobbiamo partire da un dignitoso Piemonte Barbera doc, per proseguire con la Barbera d’Asti doc, la Barbera d’Asti doc Superiore e finire con una Barbera d’Asti doc punta dei Cru”.
“Ci salutiamo con due nodi al fazzoletto: la Modifica al Disciplinare e la caratterizzazione delle Barbere d’Asti docg – ha concluso il Direttore Coldiretti Diego Furia, ricordando che “il mondo si evolve e noi dobbiamo cambiare col mondo”.
“Lavoreremo per un’agricoltura sempre più sostenibile, vivace e di qualità – ha rafforzato il vice presidente del Consiglio Regionale Fabio Carosso.
Forti di importanti e promettenti contenuti di qualità, Anteprima Barbera è stata anche occasione per richiamare l’attenzione sull’importanza della comunicazione: “occorre rivedere e investire nella comunicazione affinché le nostre eccellenze enoiche siano degnamente riconosciute a livello internazionale – è stato sottolineato.
Tra i presenti: Domenico Bosco (Responsabile Nazionale Vitivinicolo Coldiretti), il sindaco di Asti Maurizio Rasero, il giornalista Paolo Massobrio e Gianni Doglia (Viticoltore dell’Anno).