I mastodonti di San Paolo Solbrito protagonisti di “Fossili e Territori”
E' online la terza puntata della rassegna sulla ricchezza paleontologica dell'Astigiano
I mastodonti di San Paolo Solbrito sono i protagonisti della terza puntata del ciclo di racconti “Fossili e Territori” che da oggi si può leggere sul sito web astipaleontologico.it
Il singolare viaggio del Distretto Paleontologico Astigiano, dopo essersi fermato a Baldichieri e Calunga (Revignano d’Asti), prosegue la sua strada con la collaborazione del Parco Paleontologico Astigiano.
In primo piano, questo mese, la storia dell’esemplare quasi intero (Mastodon angustidens) scoperto nel settembre 1849, a Solbrito, durante i lavori per la costruzione della ferrovia Torino-Genova: alto 2,70 metri , con una forma del corpo simile a quella dell’elefante indiano, e con enormi zanne (2,60 metri).
Curioso il secondo ritrovamento: una parte di mandibola con due denti di molare (dei quattro che nell’enorme bocca avevano i mastodonti, estinti un milione di anni fa) furono scoperti, nel dicembre 2008, dal sindaco Carlo Alberto Goria mentre cercava le luminarie natalizie nel sottotetto del Municipio. Quei reperti, appartenenti all’Anancus arvernensis, che cosa ci facevano lì e da dove provenivano? Risposte che si possono leggere su www.astipaleontologico.it scorrendo il testo scritto da Laura Nosenzo con la consulenza del paleontologo Piero Damarco, conservatore del Museo Paleontologico di Asti.
Il racconto pone l’attenzione anche su numerosi altri esemplari fossili del Periodo Villafranchiano (da 3,2 milioni a 1,8 milioni di anni fa) scoperti in terra astigiana: il mastodonte di Villafranca, i rinoceronti di Dusino San Michele e Roatto vissuti in foreste lussureggianti e ambienti paludosi, emersi dal Mare Padano. C’erano anche ippopotami, elefanti, scimmie, ghepardi, tigri, orsi, mentre giganteschi cipressi (Taxodium) vegetavano con le radici nell’acqua.
Al Museo Paleontologico di Asti si può osservare il palato con i molari anteriori, una tibia e una fibula di un esemplare vissuto a Dusino San Michele, mentre due mastodonti fossili completi e altri due parziali, ritrovati nel 1881 a Ca’ dei Boschi di Valle Andona (Asti), si trovano al Museo Geologico e Paleontologico Giovanni Capellini di Bologna. Uno costituisce da sempre un forte richiamo: esposto nella sala “Elefanti e Balene”, è lungo 7 metri e alto 3.
Il Mastodon angustidens ritrovato a Solbrito nel 1849 è conservato, ma non esposto al pubblico, nell’ex Museo di Geologia e Paleontologia dell’Università gestito dal Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino. Chi vuole invece vedere la mandibola con i due denti di molare, ritrovati nella soffitta del Municipio ed esposti in una teca di vetro nella Sala Consiliare, può telefonare allo 0141.936103 e prenotare una visita.
Anche in questa puntata “Fossili e Territori”, ideata per valorizzare i reperti preistorici e i luoghi che li hanno conservati per milioni di anni, promuove sei mete particolari di San Paolo Solbrito e dintorni. Tre sono in paese: il Santuario della Madonna di Serra, il castello con il locale Gruppo Storico, la pala d’altare della Madonna del Rosario, attribuita alla Scuola di Guglielmo Caccia “il Moncalvo”, nella chiesa parrocchiale di San Paolo. Altre tre a Villanova (l’antico mulino, che oggi ospita un ristorante, con le attrezzature della “Sala Macchinari” ancora in ottimo stato), Ferrere (il Belvedere artistico di San Secondo), Castellero (il Lago Stella).