Un bilancio del forum nazionale PhD in “Food Science” ospitato in Università ad Asti
320 gli ospiti della tre giorni: invited speakers, docenti accademici, giovani ricercatori e soprattutto dottorandi di ricerca
ASTI – Si è concluso all’Università Rita Levi Montalcini il 26th Workshop on the Developments in the Italian PhD Research on Food Science Technology and Biotechnology, evento nazionale dei dottorandi di ricerca appartenenti ai principali atenei italiani che si occupano di ricerca scientifica nel campo degli alimenti, del cibo e delle bevande in particolare. I lavori dal 19 al 21 settembre.
320 gli ospiti della tre giorni: invited speakers, docenti accademici, giovani ricercatori e soprattutto dottorandi di ricerca. L’ospitalità nelle strutture ricettive del Capoluogo e dei comuni del Monferrato, patrimonio Unesco; a coordinare i gruppi un pool organizzativo in capo al prof. Luca Rolle e al prof. Vincenzo Gerbi del Disafa Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari Food Science and Technology dell’Università di Torino.
Le sessioni in presenza si sono tenute nelle due aule magne che dispone la sede di piazza De Andrè, alternate da incontri e visite sul territorio. “Uno sforzo organizzativo notevole per l’università, un evento nazionale di alto valore scientifico che ha trovato la preziosa e intensa disponibilità dell’università astigiana, della struttura dei corsi di Agraria lì ospitati, del personale e dei servizi del consorzio Asti Studi Superiori”, sottolinea Rolle.
I partecipanti provenivano da tutte le regioni e principali città italiane: Ancona, Bari, Bologna, Bolzano, Campobasso, Camerino, Catania, Firenze, Foggia, Messina, Milano, Modena-Reggio, Napoli, Padova, Palermo, Parma, Perugia, Piacenza, Pisa, Potenza, Reggio Calabria, Roma, Salerno, Sassari, Teramo, Torino, Tuscia, Udine.
A conclusione del 26° workshop in ricerca e tecnologie del food e beverage abbiamo sentito le impressioni di alcuni dottorandi di ricerca.
Silvio Iacovino, Campobasso: “Da un paio di anni sono impegnato in un progetto di ricerca con la mia università del Molise nell’ambito delle produzioni cerealicole. Essere qui al workshop mi ha consentito di raccogliere esperienze e commenti per accrescere le mie competenze professionali. Apprezzo l’attenzione per la mia attività che ho trovato ad Asti sia da parte dei colleghi che dei professori della sede universitaria astigiana”.
Martina Moretton di Treviso: “Posso confermare che i ricercatori italiani nel mio campo di ricerca sono molto apprezzati all’estero. Lavoro in Olanda con altri dottorandi nel progetto per migliorare la composizione proteica di prodotti da forno destinati all’alimentazione degli anziani; vorrei proseguire in Italia con questo tipo di professione presso aziende private”.
Federico Basso, Udine: “Lavoro con Martina nell’università di Udine, il futuro anche se incerto non mi spaventa, nei due anni di pandemia ho imparato a lavorare in equipe a distanza e anche ad apprezzare le possibilità offerte dal digitale per la nostra attività basata sul rigore scientifico ma anche sull’interazione con tanti colleghi impegnati nei progetti più disparati”.
Andrea Bresciani, Milano: “Il mio è un dottorato molto applicativo, opero nel settore degli alimenti prodotti con farine 100 per cento di legumi: pasta, biscotti, ecc. Il mio lavoro è molto interessante e tutto da scoprire in quanto è un settore del food nuovo. Il workshop in presenza, dopo due anni di attività on line, è tutto un’altra cosa, ringrazio gli organizzatori per tutto il supporto dato”.
Vincenzo Valentino: “Arrivo da Napoli con un progetto sviluppato nella sede di Portici dell’ateneo Federico II. Mi occupo di aziende del food e di resistenza dei batteri nelle lavorazioni alimentari. Sono qui per capire e acquisire tutto il background possibile per arricchire il mio dottorato e poterlo applicare nell’insegnamento”.
Marco Montemurro, Bari: “Da circa otto anni sono ricercatore presso varie università italiane. Conosco Torino e il Piemonte e sono affascinato dal paesaggio e dai prodotti tipici. Il mio dottorato si sviluppa su due progetti: il riutilizzo di fondi di caffè per ingredienti funzionali utili all’uomo e la produzione di bioplastiche con pane secco. Il mio lavoro è entusiasmante e ho potuto comunicarlo nei giorni del workshop a colleghi e professori, alcuni docenti conosciuti nella carriera universitaria a Torino li ho ritrovati ad Asti fra gli organizzatori”.
Nei tre giorni di workshop i 320 dottorandi di ricerca e i loro professori hanno conosciuto la realtà universitaria astigiana, in particolare i docenti e il personale del corso di laurea in Tecnologie Alimentari della Ristorazione e della magistrale in Viticoltura ed Enologia. Particolarmente apprezzato l’impegno organizzativo di tutto lo staff del polo Rita Levi Montalcini, in primis dei professori di riferimento del dipartimento di Agraria dell’Università di Torino, Vincenzo Gerbi e Luca Rolle.
Il prof. Gerbi, prossimo alla pensione dopo un lungo periodo di insegnamento e attività di ricerca all’ateneo subalpino ma anche nelle sedi di Asti e Alba, è stato festeggiato in occasione del gala dinner di martedì 20 settembre presso il foro Boario di Nizza Monferrato. La cena servita agli oltre trecento commensali è stata particolarmente apprezzata sia per i piatti tipici della tradizione monferrina, sia per i vini Barbera d’Asti e Moscato d’Asti forniti dai due consorzi locali della Barbera e dell’Asti docg. Alla serata sono intervenuti i sindaci di Asti, Nizza e del territorio, i vertici della Banca CR Asti, della Provincia, della Camera di Commercio, della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, del consorzio universitario Asti Studi Superiori, i presidenti dei consorzi di tutela della Barbera e dell’Asti docg. Fra gli ospiti il presidente in carica di OIV (organizzazione internazionale della vite e del vino), Luigi Moio che nel pomeriggio aveva tenuto una lezione in Asti sul futuro della vitivinicoltura.
Il presidente del consorzio Astiss, Mario Sacco: “Sono state tre giornate impegnative e positive per le ricadute future del nostro polo che sempre più accresce crediti e apprezzamenti favorevoli nel campo della ricerca agroalimentare, socio sanitaria, del benessere e salute umana, a livello nazionale e internazionale. Attraverso quest’esperienza, grazie ai nostri docenti e ai tanti giovani dottorandi di ricerca, abbiamo rinforzato la rete e i contatti con numerosi atenei nazionali con i quali proseguiamo la collaborazione per prossime e future attività sul campo”.
Nell’ambito del workshop l’associazione nazionale Federalimentare ha premiato il dottor Andrea Bresciani, ricercatore presso l’Università di Milano. Bresciani è stato scelto dalla giuria fra una rosa di candidati: la sua ricerca è stata giudicata la migliore. Si trattava di realizzare un video di tre minuti nel quale divulgare e promuovere l’attività di ricerca svolta nel periodo precedente dallo studente e la capacità di comunicare correttamente una sana alimentazione. Il premiato svolge attività di laboratorio presso l’ateneo lombardo per la realizzazione di prodotti alimentari (pane, pasta, biscotti) con farine 100 per cento a base di legumi. La premiazione si è svolta ieri ad Astiss, a conclusione della tre giorni di convegno: a consegnare l’attestato (e un relativo assegno in denaro) è intervenuta la responsabile del progetto innovazione e formazione continua di Federalimentare, Maria Cristina Di Domizio. Federalimentare, affiliata a Confindustria. rappresenta, tutela e promuove l’Industria italiana degli alimenti e delle bevande, secondo settore manifatturiero che, con un fatturato annuo di oltre 155 miliardi di euro, contribuisce per l’8,6% al PIL nazionale. A Federalimentare aderiscono le associazioni nazionali di categoria dell’industria alimentare, che associano quasi 7.000 imprese produttive con oltre 9mila addetti, distribuite sull’intero territorio nazionale.