Femminicidi: la riflessione di Viviana Lucia Garbagnoli (PD Asti)

Riceviamo e pubblichiamo

 

Siamo sempre lì: ogni due o tre giorni una di noi muore per mano del suo compagno, marito, zio, amico, qualcuno che si conosce e che aspetta il momento per soddisfare il pressante bisogno di potere e sopraffazione. Qualcuno pensa che i corpi della donna, la sua mente, i suoi sentimenti siano proprietà di altri. Ed è attraverso questa idea folle che ogni donna possa appartenere non a se stessa, che continua ad arrivare la furia violenta e omicida. Codice rosso, centri antiviolenza, forze dell’ordine, se li guardiamo con occhio critico dobbiamo dire che siamo vicini a un fallimento: la società civile non si muove, si scandalizza? Forse si, ma non abbastanza. Certo, nel nostro paese troppo spesso le donne non sanno a chi rivolgersi, dove andare e cosa fare, e quando lo fanno, ancora oggi non sono sufficientemente tutelate, ascoltate e supportate. Persino quando muoiono non si parla di loro, della loro vite e desideri, ma si parla dell’uomo che le ha uccise e si racconta morbosamente chi era, cosa faceva, si ascoltano i vicini che mai una sola volta hanno visto o sentito qualcosa: sempre tutti brave persone. Si perpetua così nelle società l’idea del mostro e della vittima. Come fossero tante fiction in cui si guarda ma non si può sentire quello che le donne provano. Perché in fondo non ci appartiene, rimanendo così sempre lontano da noi. Ma una società civile che così vuole chiamarsi, deve radunare intorno a sé donne e uomini, giovani e meno giovani, e farli dialogare, aprire un confronto e chiedere agli uomini di rifiutare l’impronta violenta e prepotente che troppo spesso definisce il genere maschile. Usciamo dalla dicotomia violentatore/vittima, insegniamo in tutte le istituzioni, partendo dalla scuola, un linguaggio appropriato per parlare dell’altro diverso da sé impariamo ad usare e a esprimere i sentimenti, le paure e le ansie che percorrono la vita di ognuno di noi. Cerchiamo di essere una rete tra tutte e tutti, voltiamo pagina nella ricerca di un nuovo confronto e di una nuova prospettiva che insegni ad amare e non a sopraffare.

Viviana Lucia Garbagnoli

Responsabile welfare e donne Pd Asti  e Provincia

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