ASTI – Un altro ospite importante alla Scuola Popolare, il ciclo di incontri formativi per adulti organizzato dalla parrocchia Nostra Signora di Lourdes, il Progetto Culturale della Diocesi e la pastorale Sociale e del Lavoro. Dopo la lectio magistralis di marzo che ha visto protagonista don Luca Peyron, referente della Pastorale universitaria della diocesi di Torino e della Regione nonché coordinatore del Servizio per l’Apostolato digitale, questo mese sarà la volta del professor Fabrizio Barca, co-coordinatore del Forum Disuguaglianze Diversità. L’appuntamento è per mercoledì 17 aprile, alle 21, nel salone della parrocchia Nostra Signora di Lourdes.
Serata di confronto e discussione per focalizzare, guardando al valore della Comunità Europea, i principali nodi sociali, culturali, economici e politici determinati dalla crescita esponenziale delle disuguaglianze nelle loro molteplici forme e dalla sempre più preoccupante accelerazione della crisi climatica.
Il professor Barca rifletterà su queste tematiche prendendo spunti dal nuovo libro del Forum “Quale Europa. Capire, discutere, scegliere” (Ed. Donzelli), a cura di Elena Granaglia e Gloria Riva.
Fabrizio Barca, statistico ed economista, è stato ministro per la Coesione territoriale, capo dipartimento della politica pubblica per lo sviluppo nel ministero Economia e Finanze, presidente del Comitato Ocse per le politiche territoriali, special advisor della Commissione europea e dirigente di ricerca in Banca d’Italia. Ha insegnato nelle Università europee e ha scritto saggi sul governo societario, sul capitalismo e sul policy-making.
L’Unione auspicata in questo libro, che raccoglie i contributi di numerosi autori e autrici interni o vicini al ForumDD, è un luogo di promozione del welfare universale, non penalizzato dall’austerità; dove la conoscenza e i dati siano accessibili e a disposizione delle comunità; dove la trasformazione ecologica sia accelerata nell’interesse prima di tutto dei più vulnerabili per realizzare un modo più giusto di vita e di lavoro e dove politiche pubbliche e governo siano democratizzati. Un’Europa che prenda consapevolezza del proprio ruolo fondamentale nei processi migratori e che agisca come costruttore di cooperazione e pace.