Etichettatura dei vini: seminario Oicce per informare e fare chiarezza

Si è tenuto oggi al polo universitario Rita Levi Montalcini di Asti

 

ASTI – Un seminario professionale per fare chiarezza sulla nuova e articolata normativa in materia di etichettatura dei vini. Lo ha organizzato, oggi, al polo universitario Rita Levi Montalcini l’associazione OICCE (organizzazione interprofessionale per la comunicazione delle conoscenze in enologia), in collaborazione con un panel di dipartimenti, istituzioni, studi legali, fra i quali Disafa Università di Torino, Crea Asti, Ugivi, Federvini, Ceev e altri.

Numerose e autorevoli le relazioni del convegno, accreditato e a pagamento per i partecipanti e professionisti del settore. In programma gli interventi di Stefano Sequino, responsabile Settore Vitivinicolo Confcooperative UGIVI su “La disciplina europea e nazionale in materia di etichettatura dei prodotti vitivinicoli”; Antonella Bosso CREA Viticoltura ed Enologia – Asti e presidente del gruppo OIV Specificazioni dei prodotti enologici su “Pratiche enologiche, additivi e coadiuvanti: il processo di definizione dell’OIV”; Pierstefano Berta di OICCE “La reazione del consumatore rispetto alle indicazioni di pratiche enologiche”; Gabriele Castelli, Federvini “Elenco degli ingredienti e indicazioni nutrizionali. Aspetti applicativi e modalità di presentazione delle nuove indicazioni obbligatorie”; Chiara Menchini, responsabile Ufficio Giuridico di Unione Italiana Vini UGIVI “Etichettatura virtuale delle indicazioni obbligatorie: modalità di presentazione e limitazioni”; Ignacio Sánchez Recarte segretario generale Comité Vins – CEEV “La piattaforma di etichettatura virtuale U-Label”; Vincenzo Gerbi, Università di Torino – Disafa sul tema “Davvero dobbiamo mettere gli additivi?”.

A seguire la tavola rotonda sul tema “L’impatto sul settore enologico dei nuovi obblighi di etichettatura: approcci strategici produttivi e comunicativi”; moderata da Alberto Cugnetto (Enologo – Accademia di Agricoltura di Torino) ha avuto quali partecipanti Angelo Di Giacomo (già reggente ICQRF Nord), Dora Marchi (Biologa – Enologa), Guido Parodi (Laffort Italia srl), Luisa Pesce (Studio Legale Pesce), Diego Saluzzo (Presidente UGIVI – Studio Legale Grande Stevens).

Sui temi dell’etichettatura, norme europee e problematiche attuali del comparto vino abbiamo interpellato il prof. Vincenzo Gerbi, docente, enologo, divulgatore scientifico, fra i relatori del convegno.

Prof. Gerbi i recenti provvedimenti, ad es. dell’Irlanda, in materia di etichettatura e indicazioni sul consumo di vino creano situazioni di confusione nel consumatore medio; le nuove direttive in materia fanno chiarezza, cosa ne pensa?

“I motivi di preoccupazione sono reali e convegni come quello odierno servono per orientare e informare i professionisti sull’attualità per agire a loro volta nella filiera produttiva. Le indicazioni messe sulle etichette dei vini di alcuni stati hanno generato dibattito e una frattura fra gli opinion leader. In controtendenza la dieta mediterranea da sempre sostiene che un moderato consumo di vino giornaliero abbinato ai pasti principali, crea benefici all’organismo e previene la persona da malattie cardiovascolari. Ora una direttiva europea, che entrerà in vigore dal dicembre prossimo, stabilisce che nel Qr-Code da applicare sulle etichette dei vini, oltre alle indicazioni caloriche dovrà contenere informazioni sugli ingredienti, sulle materie prime utilizzati oltre sugli additivi presenti”.

Un percorso di trasparenza che però, in qualche modo, disorienta il consumatore?

“Non si tratta certo di una novità ma un modo per fare chiarezza, in quanto nel vino da sempre sono presenti tre categorie di additivi necessari alla conservazione e al mantenimento delle caratteristiche organolettiche e olfattive della bevanda. In loro assenza il vino non si potrebbe bere. Mi riferisco ai conservanti, agli antiossidanti, agli stabilizzanti, solfiti compresi la cui indicazione in etichetta è un obbligo di legge dal 2005. L’impiego ragionevole e moderato di questi additivi è auspicabile, la cui indicazione precisa sarà presto un obbligo di legge. Si tratta di una questione che deve essere comunicata chiaramente al consumatore che dovrà avere tutto il tempo per comprenderla e assimilarla. Il vino è un alimento alla pari di altri cibi e prodotti che acquistiamo al supermercato quando facciamo la spesa, nei quali sono presenti svariate gamme di additivi per la conservazione a garanzia del consumatore, introdotte nel ciclo produttivo degli alimenti”. 

In buona sostanza il convegno odierno e altri seminari organizzati in questi giorni da varie sigle e organizzazioni di categoria servono a fare chiarezza e salvaguardare il consumatore, ma sono anche un modo per tutelare una filiera produttiva che crea reddito e posti di lavoro nel nostro paese, spesso sotto attacco su temi e questioni pretestuose.

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