Eleonora Zollo: “L’inclusione inizia dove finisce la diversità”
La riflessione dell’astigiana candidata di Fratelli d'Italia
Di seguito la riflessione della candidata astigiana di Fratelli d’Italia, Eleonora Zollo, sull’inclusione e sul suo obiettivo primario di assicurare ai cittadini di Asti portatori di disabilità progetti di vita indipendente che soddisfino le necessità reali e comprovate del richiedente.
Si sente parlare spesso di accessibilità e inclusione per le persone portatrici di disabilità. Se ne parla senza conoscere davvero a fondo le diverse condizioni che producono l’handicap. A volte si inneggia all’inclusione rifugiandosi nelle scelte lessicali, nell’utilizzo di terminologie “all’avanguardia”, come “diversamente abili”, per non urtare la sensibilità di chi vive in compagnia di una disabilità. Ma io mi sento di affermare che l’inclusione inizi esattamente dove finisce la diversità. Affinché una persona disabile venga inclusa diventa necessario permetterle di vivere la sua vita nelle stesse condizioni e con le stesse possibilità di base di una persona senza disabilità. Con tali presupposti la persona disabile potrà studiare, lavorare, muoversi nel mondo, avere una vita sociale potenzialmente al pari di una persona che non sperimenta una condizioni di disabilità. Perché allora il Progetto di Vita Indipendente? Perché fondato sulla summa dei concetti espressi sia dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, che dalla Costituzione della Repubblica Italiana, rivolgendosi a soluzione dei problemi di inclusione scolastica, lavorativa e sociale di quei cittadini che versano in situazione di grave disabilità, normativamente nelle condizioni di cui all’art. 3 comma 3 della legge 104/92.
Nelle linee guida internazionali, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, e della stessa Regione Piemonte si specifica quanto segue: “Il concetto di vita indipendente rappresenta, per le persone con disabilità, la possibilità di vivere la propria vita come qualunque altra persona, prendendo le decisioni riguardanti le proprie scelte con le sole limitazioni che possono incontrare le persone senza disabilità. Non si tratta necessariamente di vivere una vita per conto proprio o dell’idea della semplice autonomia, ma ha a che fare con l’autodeterminazione delle persone con disabilità, riverberandosi anche sull’ambito familiare della persona interessata.
E’ necessario che per tutte le persone con disabilità, anche per chi necessita di maggiori o più intensi sostegni, siano privilegiati e garantiti politiche e servizi di sostegno, sulla base di progetti personali, affinché la persona con disabilità o chi lo rappresenta possa programmare e realizzare il proprio progetto di vita adulta sia all’interno che all’esterno della famiglia e dell’abitazione di origine.
Il trasferimento monetario deve essere congruente al progetto di vita indipendente presentato e accettato, perequato nel tempo al costo di mercato e al costo orario del contratto lavorativo dell’assistente personale assunto, continuativo nel tempo per consentire una progettazione di lungo periodo ed evitare il ritorno a situazioni di dipendenza.”
Questi sono i concetti di base che, tradotti in ambito applicativo, corrispondono alla possibilità data al cittadino gravemente disabile di poter svolgere le stesse attività scolastiche lavorative e sociali attraverso la collaborazione di un assistente alla persona che lo supporta nelle funzioni vitali che gli sono inibite dalla malattia.
L’applicazione pratica di questa attività di sostegno ha un costo che è calcolabile sulla base dell’impegno temporale necessario e della tipologia contrattuale necessariamente utilizzabile secondo la normativa sul lavoro.
Purtroppo al momento nel Comune di Asti, così come in molti Comuni italiani, le linee guida per fare domanda per il Progetto di Vita Indipendente, non seguono le linee guida nazionali poiché impongono tetti massimi di erogazione che non consentono il raggiungimento degli obiettivi di autodeterminazione per i quali è stato finalizzato. Ed è proprio su questo aspetto che intendo muovere il mio primo concreto contributo per i cittadini di Asti portatori di disabilità: assicurare Progetti di Vita Indipendente che soddisfino le necessità reali e comprovate del richiedente, riportando i criteri di assegnazione alle linee guida nazionali con l’eliminazione del tetto massimo in funzione di una progettualità ad hoc sui bisogni del singolo.