Didattica a distanza: l’Istituto Giobert accompagna gli studenti con un questionario e un tutorial

L’8% degli allievi non possiede un personal computer e il 33,8% ha problemi di connessione, ma il 75,8% si è trovato molto bene nel poter rivedere più volte la lezione digitalizzata

ASTI – L’Istituto Giobert di Asti ha pensato di stare accanto ai propri alunni oltre che con la pratica giornaliera delle lezioni a distanza con i propri insegnanti, anche attraverso due iniziative che, essendo di libero accesso sul sito, possono in realtà interessare altri adolescenti di altre scuole “in affaticamento” con la didattica digitale.

Si tratta, in primo luogo, di un questionario sulle problematiche che gli alunni incontrano: «Abbiamo già tabulato i primi risultati – spiega la Dirigente Scolastica Patrizia Ferreroavendo raggiunto le 350 risposte su un campione significativo che rappresenta tutte le classi».

Due dati di evidenza: l’8% degli allievi non possiede un personal computer a casa, nonostante l’insegnamento dell’informatica pluriennale a scuola, e il 33,8% (è un dato altissimo) ha problemi di connessione nella zona in cui abita.

«I ragazzi che non possiedono né pc né tablet – evidenzia la Dirigente – devono ricorrere per forza al telefono, con evidenti limitazioni e disagi».

I dati più eclatanti arrivano, poi, dalla domanda cruciale su come abbiano autonomamente organizzato la giornata di lavoro a distanza: il 47,6% fa ancora molta confusione e non sa da dove cominciare, mentre il 52,4% ha dovuto farsi aiutare da qualcuno per fare un piano di lavoro. «È evidente – sottolinea Ferrero – che, nonostante l’età, la famiglia è stata fortemente chiamata in causa e solo nei casi più fortunati di tempo disponibile e di scolarità ha potuto agevolmente supportare i figli. E’ confortante, invece, vedere – prosegue – che il 75,8% si è trovato molto bene nel poter rivedere più volte la lezione digitalizzata: ha potuto cioè imprimere il suo ritmo personale di apprendimento agli argomenti che via via vengono sviluppati».

Nel dare un giudizio generale sull’apprendimento a distanza il 50% si è detto soddisfatto di poter rivedere gli argomenti, il 10% addirittura molto soddisfatto perché questa modalità è molto congeniale al suo stile, mentre il restante 40% accusa difficoltà o perché da solo trova difficili concetti e argomenti o perché non può interrompere chiedendo al docente.

Il sistema della didattica a distanza è stato, quindi “quasi promosso” dagli studenti, fatta eccezione per una maggiore richiesta di interazione personale a distanza, ma in diretta, e per la capacità di organizzare una routine ed attenersi alla stessa senza sbandare.

La seconda iniziativa messa in campo è un Tutorial per Pollicini digitali.

«I questionari – spiega, infatti, la Dirigente Ferrero – si fanno per correggere le azioni e migliorare il servizio; per questa ragione il nostro Istituto ha messo in pole position sulla home page del sito una Smart day routine, vale a dire un vero e proprio tutorial, che utilizza molto il linguaggio visuale, in cui si guidano “passo passo” dalla sveglia della mattina fino alla sera i nostri poveri “Pollicini digitali”, che non sanno più che strada prendere nel bosco delle avversità scolastiche».

«Il punto che riteniamo veramente forte del tutorial – aggiunge Ferrero – è che alla fine invita i ragazzi che invece hanno saputo organizzarsi o che vogliono provare ad organizzarsi, a girare con il telefonino un mini video di massimo tre minuti della loro smart routine personale, e di mandarci il video per la pubblicazione sul sito. Quella dei ragazzi che aiutano altri ragazzi può essere una strategia vincente, che speriamo di vedere realizzata».

«Certo – conclude la Dirigente – ci vuole coraggio ad alzarsi alle 8 se si rimane in casa, a fare solo quindici minuti di intervallo alle 11 come se fossimo a scuola, a tacitare il telefonino quando si studia addirittura lasciandolo in un’altra stanza. Ma, come cantava Davide Bowie e come si legge al fondo del nostro tutorial, “we can be heroes, just for one day”».

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