I dettagli dell’operazione “Fiori dell’Est 2019”
Proseguono ad Asti gli arresti da parte della Polizia di Stato
ASTI – Continuano serrate le attività di indagine dell’operazione denominata “Fiori dell’Est 2019”, che recentemente ha consentito alla Squadra Mobile della Questura di Asti di smantellare un sodalizio criminoso dedito al traffico e allo spaccio di stupefacenti, nello specifico cocaina, proveniente dall’Albania.
Ancora due, nei giorni scorsi, le persone tratte in arresto dagli investigatori su provvedimento restrittivo emesso dall’Ufficio Gip del Tribunale di Asti che, all’atto del blitz, si erano resi irreperibili: si tratta di M. F. di 36 anni e M. A. di 23 anni, entrambi albanesi, disoccupati, da alcuni anni abitanti in Asti.
L’attività investigativa che, si rammenta, ha mosso i primi passi nel gennaio 2019, a seguito dei ripetuti servizi disposti dal Questore Alessandra Faranda Cordella per il contrasto dello spaccio nel capoluogo e nella provincia, a conclusione di mesi di intercettazione e servizi di osservazione, ha consentito di raccogliere numerosi elementi probatori riguardo l’esistenza di una complessa ed articolata rete di spacciatori e fornitori.
In particolare, i riscontri ottenuti hanno evidenziato che il vero e proprio capomaglia del gruppo era D.F., albanese di 48 anni, conosciuto praticamente da tutti i pusher e consumatori nell’ambiente di spaccio astigiano di cocaina, soggetto al quale molti facevano riferimento sia per gli approvvigionamenti sia per chiedere “favori”.
D.F., insieme al figlio D.V. di anni 26 e al cognato P.G. di anni 45, aveva posto in essere una proficua e intensa attività di spaccio, con guadagni quotidiani fino a 1.500 euro, attiva ad ogni ora del giorno e della notte, soprattutto nel fine settimana per “servire” chi si apprestava alla movida.
Le dosi vendute, del peso di mezzo o un grammo, venivano confezionate nel bagno di casa, con consegne fino a 20-30 dosi per volta ad altri pusher incaricati di venderle ad altri “clienti”.
D.F. spacciava dentro le sale slot, sotto o dentro la sua abitazione, mandava gli acquirenti presso il chiosco gestito dal cognato, un vero e proprio “Coca-drive”, recentemente chiuso con provvedimento del Questore di Asti. Consegnava anche numerosi dosi servendosi delle due autovetture in suo possesso, e in alcuni casi “serviva” i consumatori mentre si trovava a cena con i familiari e amici, invitandoli direttamente fuori dal locale.
Il denaro provento dell’attività illecita veniva speso in sale slot, ristoranti, acquisti vari, ma anche utilizzato per l’acquisto di autovetture e di un appartamento ubicato nel centro cittadino, beni mobili e immobili tutti oggetto di sequestro preventivo, grazie agli approfonditi accertamenti patrimoniali esperiti dagli investigatori nel corso dell’indagine condotta.
L’uomo era solito minacciare pesantemente i cattivi pagatori e gli insolventi. Non solo prometteva ritorsioni fisiche certe ma chiedeva ai suoi “conoscenti” di rintracciare i debitori per poi passare alle vie di fatto, anche tramite suoi “scagnozzi”, pestando pesantemente le vittime.
Altro elemento di rilievo all’interno del sodalizio uno dei due arrestati di recente, M.F. di 36 anni, che aveva posto la sua base operativa in Praia e che nei pressi dell’abitazione nella sua disponibilità si avvaleva, per tutta la giornata, della presenza di sentinelle che lo allertavano in caso di presenza delle Forze di Polizia.
Da D.F. si rifornivano numerosi consumatori ma anche spacciatori, come due fidanzati italiani, L.P., 51 anni, e P.C.R., 47 anni, specializzati nella preparazione del crack che poi rivendevano. Con loro, collaborava un’altra coppia di italiani, M.M.G., 56 anni e E.C., 31 anni, che a loro volta gestivano principalmente lo spaccio in Nizza Monferrato, Canelli e Mombercelli, e in alcuni casi, nel torinese.
Questi ultimi erano soliti appoggiarsi anche a compiacenti consumatori che mettevano a disposizione la propria abitazione o cantina, permettendo loro di “cucinare” il crack poi rivenduto nell’immediatezza e così gestire un cospicuo giro di “clienti”, di solito raggiunto in ogni angolo della città a bordo di autovettura nella loro disponibilità, sequestrata durante il blitz, condotta senza patente a sconsiderate velocità per le vie astigiane.
La donna si è rivelata particolarmente spietata quando, in occasione di un litigio con il fidanzato dovuto al “furto” di denaro e cocaina, lo ha fatto derubare e picchiare violentemente da altri italiani, P.C. di 36 anni e N.R. di 33 anni.
È emerso poi che un’altra coppia di spacciatori, in questo caso albanesi, B.E. (36 anni) e K.A. (30 anni), aveva posto in essere un’attività di spaccio di cocaina nella zona di Corso Matteotti e del centro, collaborando con l’albanese M.F. di Praia grazie alla mediazione di un italiano, S.G. di anni 45, che fungeva anche da collaboratore.
Sono in corso ulteriori approfondimenti investigativi da parte della locale Squadra Mobile, anche in sinergia con altri Uffici della Questura, finalizzati a smantellare definitivamente il sistema criminale.
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