Cyberbullismo e adolescenti in pandemia: presentata ricerca promossa da Consiglio e Corecom

Coinvolti 1000 studenti e 300 insegnanti

TORINO – Nella Sala Mario Allara dell’Università di Torino, in occasione del convegno “Secondo il mio punto di vista Bullismo e cyberbullismo esplorati con gli occhi degli adolescenti”, sono stati presentati i primi risultati della ricerca-intervento pilota sul tema.

L’iniziativa è stata promossa dal Consiglio regionale del Piemonte, Corecom Piemonte, Regione Piemonte, Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte e realizzata dalle Università degli Studi di Torino e del Piemonte Orientale.

In totale sono state coinvolte 48 scuole piemontesi, tra istituti scolastici secondari di primo e di secondo grado e agenzie formative, per un totale di 56 classi in 8 province. Il campione è costituito da circa un migliaio tra studenti e studentesse, trecento insegnanti e cento rappresentanti del personale ATA.

Il lavoro nasce dalla volontà, espressa nella legge regionale 5 del febbraio 2018 (Disposizioni in materia di prevenzione e contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo), di comprendere e monitorare la presenza di atti di prevaricazione che si possono manifestare anche online con conseguenze nella vita reale.

Dall’analisi dei dati raccolti si conferma che i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo sono molto complessi da definire, conoscere e interpretare. A riprova di ciò si rilevano alcune discrasie tra la percezione del fenomeno secondo il punto di vista dei ragazzi e delle ragazze e quello degli adulti che si occupano di loro.

Per esempio, gli studenti e le studentesse coinvolti/e nella ricerca hanno dichiarato che, a loro avviso, con la ripresa delle attività in presenza sarebbero diminuite le aggressioni fisiche. Gli adulti, viceversa, non hanno manifestato una percezione analoga.

Gli episodi di bullismo e cyberbullismo osservati dai ragazzi e dalle ragazze sarebbero, per quanto riguarda le aggressioni fisiche, diminuiti tra prima del lockdown (20,4%) e l’attuale anno scolastico (15,6%). Un calo che non sarebbe stato percepito dagli insegnanti, che ne segnalano una sostanziale stabilità; il dato sarebbe, infatti, rimasto invariato tra il periodo prima del lockdown (23,6%) e l’attuale anno scolastico (23%).

Viceversa, a proposito della prevaricazione online esistono importanti convergenze tra lo sguardo adulto e quello degli adolescenti. Nonostante un utilizzo massiccio delle tecnologie online nel periodo pandemico, tra i ragazzi e le ragazze la percezione di condotte riconducibili al cyberbullismo pare essersi attenuata nella fase del rientro a scuola, pur rimanendo a livelli non trascurabili. Così la pensano anche i loro insegnanti.

I luoghi del bullismo, in base alle testimonianze degli studenti, sono, in ordine, la scuola, i social, le app di messaggistica, gli spazi fuori dalla scuola e la strada. Gli episodi subiti più ricorrenti, raccontati da chi, ragazzo o ragazza, ne è stato vittima, sono essere preso/a in giro o insultato/a per l’aspetto fisico, il modo di parlare e le opinioni: prima del lockdown (14,8% più volte al mese), durante il lockdown (8,7% più volte al mese), quest’anno scolastico (8,8% più volte al mese).

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