La Consigliera di Parità della Provincia di Asti ha condotto un interessante seminario sul tema della lotta alle discriminazioni e stereotipi di genere

La prof. Loredana Tuzii è stata affiancata da Nadia Cottu (Nodo antidiscriminazione del Comune di Asti)

ASTI – Nella Sala Tovo della Provincia, la professoressa Loredana Tuzii ha condotto i lavori del “Seminario sul diritto antidiscriminatorio e sugli stereotipi di genere, ruolo della Consigliera di Parità“.

Loredana Tuzii, Consigliera di Parità della Provincia di Asti, è stata affiancata da Nadia Cottu (Nodo antidiscriminazione del Comune di Asti).

L’evento, organizzato in collaborazione con i nodi regionale e provinciale antidiscriminazione e rivolto ai componenti delle Commissioni Pari Opportunità del Comune di Asti e della Provincia, ha visto in apertura l’intervento di Enzo Cucco (Funzionario della Regione Piemonte – Direzione Sanità e Welfare, Settore politiche per le pari opportunità, diritti e inclusione) che ha fornito una definizione quanto più esaustiva del termine “discriminazione” e ricordato come in Italia il tema sia trattato in maniera complessa, anche vista la mancanza di una specifica legge organica.

Il nostro Paese è, però, anche l’unica nazione in Europa ad aver istituito la figura della Consigliera di Parità, che opera a tutela del diritto all’uguaglianza sul posto di lavoro.

In Piemonte, come ricordato ancora da Cucco, la legge di riferimento in materia di discriminazione è la n.5 del 23 marzo 2016: nei 19 articoli il focus è incentrato sulla prevenzione e il contrasto a ogni forma di discriminazione e vengono individuati strumenti concreti come il Fondo di solidarietà per la tutela giurisdizionale delle vittime di discriminazioni.

Per maggiori informazioni sull’argomento: https://www.regione.piemonte.it/web/temi/diritti-politiche-sociali/diritti/antidiscriminazioni

Come contrastare la piaga delle discriminazioni sul luogo di lavoro?

L’invito dei relatori è stato quello di denunciare ogni forma di vessazione subita sul posto di lavoro, in maniera diretta, indiretta o che addirittura sfocia in molestia psicologica e/o sessuale, rivolgendosi ai nodi antidiscriminazione presenti sul territorio (quello di Asti, secondo quanto riferito da Nadia Cottu, ha trattato circa una trentina di casi dal 2018 ad oggi) e alla Consigliera di Parità.

Sul tema la Professoressa Tuzii ha ricordato che dall’inizio del suo mandato ha ricevuto segnalazioni sia da donne sia da uomini, segno che il problema riguarda trasversalmente il mondo del lavoro.

Sempre la Tuzii ha rivolto un invito a tutti gli operatori (Istituzioni, Associazioni, ecc) a sviluppare tavoli di confronto e prospettare iniziative comuni, anche vista la cronica mancanza di risorse.

La via del dialogo è il primo passo: solo attraverso una corretta informazione, è il pensiero della Consigliera di Parità, sarà possibile scardinare gli stereotipi che inquinano il pensiero come quelli legati alla diversità. La diversità non allontana, anzi, porta ricchezza.

La Consigliera di Parità ha poi affrontato un altro tema di grande attualità, quello del differente trattamento salariale in base al genere.

Commentando i dati del sondaggio Lei (Lavoro, equità, inclusione), condotto a marzo 2022 dalla Fondazione Libellula e sottoposto a oltre 4mila donne lavoratrici dipendenti e autonome, è emerso che le donne rilevano una scarsa propensione a negoziare il proprio stipendio e il valore economico del proprio lavoro: il 46% delle lavoratrici dipendenti non ha mai chiesto un aumento di salario nonostante gli anni di esperienza professionale.

Tra le motivazioni principali: l’idea che sia l’azienda a dover offrire un aumento, la paura di essere giudicata male e la convinzione di non meritarsi tale riconoscimento. La difficoltà nel discutere di questione economiche con la propria organizzazione si riflette in un atteggiamento passivo, da parte delle donne, relativamente al valore economico del proprio lavoro.

La professoressa Tuzii ha ripreso anche l’annoso discorso sulla Parità di Genere: secondo il Global Gender Gap Report 2022, che misura il divario di genere nella partecipazione economica e politica e nel livello di istruzione e di salute, l’Italia si posiziona al 63esimo posto su 146 Paesi, come nel 2021. A livello mondiale il Rapporto stima che la parità di genere sarà raggiunta tra 132 anni.

Tuzii ha riportato altri numeri che dovrebbero far riflettere sulla situazione del nostro Paese.

Gender Gap nel mondo: Italia dopo Uganda e Zambia

Il Global Gender Gap Index 2022 del World Economic Forum – il rapporto che misura il raggiungimento degli obiettivi di parità tra uomini e donne – come ogni anno ha misurato la partecipazione in diversi campi: economico, politico, salute e il livello di istruzione.

Una classifica che nel 2022  vede salire al primo posto nella classifica mondiale l’Islanda e rimanere nella Top 3 Finlandia e Norvegia.

Il nostro Paese è al 63° posto su 146.

Un punteggio globale che ci vede dopo Uganda e Zambia e appena prima della Tanzania. A separarci dalla Spagna (17esima) ben 46 posizioni, 48 dalla Francia (15esima) e 53 dalla Germania (decima).

L’Italia, dunque, è a metà classifica: lontano dagli altri Stati più avanzati.

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