Coldiretti Asti al fianco del territorio contro la carne in provetta
Secondo l'associazione ci sarebbe "poca salubrità ma tanto marketing legato a questo nuovo cibo"
ASTI – La carne Frankestein e le sue “bugie” pare siano state smascherate dalla Coldiretti al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione a Roma. Una battaglia in cui si è impegnata attivamente anche la Coldiretti di Asti che vuole difendere la tradizione e il lavoro del territorio astigiano.
Nel dettaglio, Coldiretti ritiene che siano diffuse cinque inesattezze su questo cibo, partendo dalla presunta salubrità della carne in provetta: non si avrebbe infatti garanzia che tutti i prodotti chimici necessari per la coltura cellulare siano effettivamente sicuri in un contesto legato al consumo alimentare.
La carne Frankenstein – si legge nella nota di Coldiretti – non salva neppure l’ambiente, né riduce gli impatti sui cambiamenti climatici. Secondo un recente studio condotto da un gruppo di scienziati della Oxford Martin School, gli impatti ambientali della bistecca sintetica, cui è associato un intenso consumo di energia, potrebbero provocare nel lungo termine un maggiore riscaldamento globale. La carne artificiale, inoltre non elimina la sofferenza degli animali, poiché “viene prodotta sfruttando i feti delle mucche”.
Parlare di “carne coltivata”, come una sorta di rimando alla natura, potrebbe indurre al fraintendimento, ma sarebbe solo marketing. “Si tratta, infatti, di un prodotto sintetico e ingegnerizzato che nasce da un processo di laboratorio che non ha nulla a che fare con il concetto di cibo”.
“Si rischia soltanto di sostenere una abile operazione di marketing che punta a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione – afferma Marco Reggio Presidente Coldiretti Asti – senza peraltro aver effettuato una reale verifica indipendente sull’impatto etico ed ambientale di queste produzioni a cui mirano un numero crescente di multinazionali solo per fare affari”.
“Il nostro territorio, per quanto riguarda la carne, detiene il primato in Italia nella valorizzazione delle carni da razze storiche italiane e la zootecnia riveste un ruolo di grande importanza per il tessuto economico regionale e queste azioni sono assolutamente da contrastare per evitare crisi ancora più pesanti rispetto a quanto già le nostre imprese stanno vivendo con la riduzione dei prezzi, l’impennata delle materie prime, l’aumento dei costi di trasporto e le speculazioni in atto nel settore. – concludono Marco Reggio e Diego Furia – Siamo pronti a dare battaglia poiché quello della carne Frankenstein è un futuro da cui non ci faremo mangiare”.