Casa di Riposo Città di Asti, Canalis e Valle (PD regionale): “Grave assenza della Regione sulla crisi della Rsa pubblica più grande del Piemonte”

ASTI – Durante il Consiglio comunale aperto sulla Casa di Riposo della Città di Asti, che si era tenuto al Teatro Alfieri il 12 settembre, il Commissario Straordinario Mario Pasino aveva detto che, senza un piano preciso entro oggi 5 ottobre, avrebbe ritenuto concluso il suo lavoro. Pasino però resterà ancora circa dieci giorni per dare il tempo ai possibili acquirenti della Acer di presentare i progetti. Intanto la vicesegretaria regionale PD Monica Canalis e il vice presidente del consiglio regionale Daniele Valle dicono: “Grave che la Giunta Cirio si stia disinteressando della sorte della casa di riposo Città di Asti, che, con i suoi 315 posti letto autorizzati, è la seconda casa di riposo pubblica più grande d’Italia”. E ancora: “Il debito di questa struttura ha superato gli 8 milioni di euro e sono iniziate le procedure di esubero per 14 dei 103 dipendenti diretti e della trentina di dipendenti indiretti impegnati nelle pulizie e infermieristica, senza peraltro alcun confronto con le OOSS. Il commissario ha annunciato le sue dimissioni se non fossero emerse proposte di subentro nella gestione e la candidatura della società Amos è ancora in sospeso. CGIL, CISL e UIL hanno proclamato uno sciopero per l’11 ottobre. Insomma, un quadro drammatico che richiederebbe una mediazione della Regione, anche in considerazione dei 120 posti letto convenzionati con il Sistema Sanitario Regionale.”

“Oggi la maggioranza regionale ha rifiutato di discutere gli Ordini del Giorno delle minoranze, nè ha dato garanzie su un proprio contributo per modificare il modello di accoglienza, diversificare i servizi e chiedere un più alto numero di convenzioni sulle rette. Chiediamo alla Giunta Cirio di stare accanto ai lavoratori, agli ospiti e alle famiglie, dando garanzie, almeno parziali, sul debito, saturando i posti letto in convenzione e dando supporto per creare un polo multiservizi, integrato con la domiciliarità, con un’opzione di centro diurno e con ulteriori offerte sanitarie, come un hospice. Siamo rammaricati perché l’Ordine del giorno proposto è uguale a quello approvato dal comune di Asti. Di fronte a una emergenza di questa portata infatti, è importante agire in fretta e non dividersi per bandierine politiche”, concludono Monica Canalis e Daniele Valle.

 

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