ASTI – Raffaele Della Valle, avvocato penalista tra i più noti in Italia, già difensore del noto giornalista e presentatore televisivo Enzo Tortora, vittima quarant’anni fa di un clamoroso errore giudiziario che lo portò ad ammalarsi di cancro e a morirne, ieri sera al Ca’ Vittoria di Tigliole ha partecipato all’ultima serata rotariana dell’anno sociale 2022-2023.
L’occasione è stata la presentazione del recente libro di Della Valle, uscito nei giorni scorsi da Pellegrini Editore e dedicato proprio al caso Tortora, dal titolo “Quando l’Italia perse la faccia”.
Il celebre avvocato ha ripercorso le varie fasi dell’incredibile vicenda che non ha esitato a definire “un orrore giudiziario più che un semplice errore”, che portarono alla condanna in primo grado di Tortora e dieci anni di reclusione per spaccio di stupefacenti e associazione camorristica e solo in appello alla sua assoluzione con formula piena, confermata in Cassazione.
“Tutto è nato – ha sottolineato Della Valle – dalle false rivelazioni di un finto pentito, già certificato insano di mente e con alle spalle gravissimi crimini, tardivamente confermate da altri noti criminali a cui la magistratura inquirente diede colpevolmente ascolto e quella giudicante altrettanto colpevolmente attribuì valore di prova“.
“In realtà non esisteva alcuna prova a carico di Tortora – ha ricordato Della Valle – e sono rimaste scolpite nella storia dell’ingiustizia italiana le parole che egli pronunciò al processo, rivolte ai suoi giudici: ‘io sono innocente, lo grido da tre anni, e spero dal profondo del cuore che lo siate anche voi!’.
Della Valle ha sottolineato come purtroppo la manìa di protagonismo di alcuni magistrati impreparati e arroganti sia stata assecondata all’epoca da buona parte del mondo dell’informazione, che non esitò ad accanirsi “contro quell’uomo onesto e per bene che ne morì di cancro poco tempo dopo, logorato nel fisico e nello spirito”.
L’oratore, che nel ricordare quelle lontane vicende si è spesso commosso, ha affermato che oggi la situazione della giustizia italiana non è purtroppo migliore rispetto ad allora, per cui “ognuno di noi – ha affermato – è potenzialmente a rischio di cadere vittima di analoghi orrori”; ciò nonostante si è detto fiducioso che la parte sana della magistratura, insieme alla parte sana della politica ed anche del giornalismo, possano aiutare l’Italia a risollevarsi e a riprendersi il ruolo di patria del diritto che le spetta nella storia della civiltà.
Al termine il presidente del Rotary, Luigi Florio, che la settimana prossima passerà le consegne a Maurizio Mela, ha omaggiato Della Valle con bottiglie di vino astigiano e con il volume sulla storia settantennale del Club.