Asti, truffe: la Polizia di Stato spiega agli anziani come difendersi al meglio

Il 21 luglio a San Fedele un nuovo incontro per sensibilizzare le persone della terza età sul tema della sicurezza

ASTI – Giovedì 21 luglio alle ore 21, al Centro civico “Fernanda Cane” di San Fedele si svolgerà il secondo ciclo di incontri della campagna di sensibilizzazione organizzata dalla Questura di Asti, con la collaborazione del Comitato di Quartiere “San Fedele”, per la prevenzione delle truffe agli anziani denominata “Non siete soli… Chiamateci Sempre”.

L’evento, che rientra nella campagna di prevenzione da anni portata avanti dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, è rivolto a tutti i cittadini e si propone la finalità di fornire informazioni sulle tecniche più utilizzate dai malfattori per commettere le truffe.

L’iniziativa, attraverso l’informazione e congiuntamente all’attività operativa finalizzata alla repressione, si pone l’obiettivo di tutelare i nostri anziani da questo subdolo crimine, che spesso provoca non solo danni di natura economica, ma anche di carattere psicologico, con significative ripercussioni sulla vita sociale delle vittime.

Nello specifico, i Poliziotti della Questura proietteranno delle slides riportanti indicazioni indispensabili per ridurre il rischio di venire ingannati dai truffatori e video che racconteranno episodi, realmente accaduti, di raggiri posti in essere a danno di persone anziane. Inoltre saranno distribuite delle brochures contenenti un “decalogo” di condotte da seguire per proteggersi dai malintenzionati. Infine, sarà dedicato ampio spazio al dibattito con i Poliziotti, che saranno a disposizione per rispondere a domande sul fenomeno delle “truffe agli anziani”. La serata nasce dalla necessità di raggiungere le persone anziane nei luoghi da esse frequentati abitualmente al fine di instaurare un dialogo più coinvolgente, in modo da indurre chi ascolta ad apprendere consigli utili a prevenire truffe e furti, sia in casa che in strada. Questo format di incontri permette di creare una maggiore empatia, in grado di far superare l’imbarazzo e permettere ai nostri anziani di chiedere e informarsi.

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