Asti, la Guardia di Finanza sequestra 9 kg di melassa per narghilè
Coinvolti due esercizi commerciali risultati privi delle autorizzazioni di legge
I Finanzieri del Gruppo di Asti hanno sequestrato – in via amministrativa – circa 9 kg di “melassa” per narghilè in due esercizi commerciali di ristorazione e bar di Asti, risultati privi dell’autorizzazione speciale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli necessaria per l’esercizio di tale attività di somministrazione.
La sostanza è risultata essere in parte di contrabbando per circa 7 kg e la restante acquistata con accisa già assolta, ovvero in rivendite di tabacchi autorizzate, ma in ogni caso si tratta di prodotto non idoneo alla somministrazione al pubblico per mancanza delle prescritte autorizzazioni di legge.
La pratica di fumare con il narghilè nei locali pubblici, che ha un forte appeal sui clienti ed è una tendenza in costante crescita, non è vietata dalla legge ma è regolamentata al pari della vendita dei tabacchi, delle sigarette elettroniche e degli altri generi di monopolio sottoposti ad accisa.
Per offrire questo tipo di servizio, gli esercenti devono dotarsi di tutte le autorizzazioni e rispettare la normativa, se non vogliono incappare in multe salate o, nei casi più gravi, incorrere in una denuncia penale per contrabbando.
A fronte dei sequestri operati, sono state contestate a ciascuno dei due esercenti anche sanzioni amministrative rispettivamente pari a 8.000 euro e 6.000 euro in relazione al quantitativo detenuto.
Dicono le Fiamme Gialle di Asti: “L’attività si inquadra nell’alveo della costante e mirata azione del Corpo finalizzata al controllo economico del territorio, per la tutela della salute dei consumatori e ai fini del contrasto degli illeciti economico-finanziari, come quelli connessi al commercio di generi sottoposti al monopolio dello Stato, come il caso in specie, riguardante prodotto da fumo derivato da miele/zucchero di canna (95%) e da tabacco (5%), in parte risultato di contrabbando per illecita provenienza da Paesi dell’Est Europa”.