Asti, i ragazzi dell’Istituto Sella hanno aderito al progetto anti-molestie “Stand UP”

ASTI – Le classi seconde, terze e quarte dell’Istituto Professionale Sella hanno aderito al progetto ideato dal movimento Hollaback!, che da anni si occupa del tema delle molestie sessuali in strada e nei luoghi pubblici. L’iniziativa, che vede la collaborazione del Corriere della Sera e dell’Associazione Alice Onlus, si prefigge di fornire alle donne, e in generale a tutte le persone, una serie di strumenti strategici che permettano di affrontare determinate situazioni in modo sicuro, salvaguardando la propria incolumità, sia come spettatori sia come oggetto di attenzioni o gesti indesiderati.

L’obiettivo prioritario è quello di costruire una cultura in cui le molestie siano viste come un comportamento inaccettabile, soprattutto se si considera che in Italia una vittima su tre non le  riconosce.

Durante l’incontro, gestito da Cristina Obber, scrittrice ed esperta di violenza di genere, coordinatrice e membro dell’équipe di formatrici #StandUp di Alice Onlus, le studentesse e gli studenti  sono stati chiamati a riflettere sul significato di molestia e soprattutto sugli aspetti psicologici implicati in questo tipo di fenomeno, così come sulla messa in atto di comportamenti e strategie che si rivelino di aiuto per noi o per l’altra persona se ci troviamo ad essere spettatori di una simile situazione.

 

asti-istituto-sella-aderito-al-progetto-anti-molestie-stand-upNascono così le 5D

da mettere in atto:

Distrarre: fingi di essere un/una amico/a, chiedi l’ora, crea una distrazione, sii creativo/a.

Delegare: trova qualcuno che detenga una posizione di autorità (ad esempio l’insegnante, il barista o il conducente dell’autobus) e chiedigli di intervenire.

Dare sostegno: conforta la persona molestata dopo l’incidente e riconosci la scorrettezza del comportamento, insomma comportati da amico/a.

Documentare: osserva e testimonia, annota o filma la molestia, poi dai questa documentazione alla vittima e non postarla mai online.

Dire, cioè denunciare e non rimanere indifferenti: parla e rivolgiti a chi molesta, se risponde tu ignora, non alzare i toni, poi dedica attenzione alla persona molestata. La tua incolumità e la sua sono la priorità.

La professoressa Lisa Medici dichiara: “Sono da sempre interessata all’educazione di genere e sono venuta a conoscenza di questo progetto seguendo su Instagram la presidente Stefania Andreoli, psicologa e psicoterapeuta dell’età evolutiva.  In seguito all’incontro, riflettendo con gli studenti, molti di essi hanno preso coscienza di aver subito molestie o di esserne stati spettatori ma di non aver reagito perché le hanno considerate come eventi fastidiosi, sì, ma ineluttabili.  Su questo – continua la professoressa – dobbiamo tutti riflettere”.

Cultura della condivisione e del rispetto: in questo senso l’incontro si inserisce all’interno del percorso di Educazione Civica che gli studenti hanno intrapreso già da tempo, anche con la partecipazione al percorso di formazione proposto dal Progetto SOS Donna e rispondendo al questionario.

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